venerdì 15 luglio 2016

Le ragioni dell'immunità.

Ma vi sembra concepibile che il terrorismo si accanisca, in questo momento storico, solo contro la Francia, senza che quest'ultima ne sia la causa non manifesta? Vi sembra sensato affermare che "tutta l'europa è stata colpita" senza subodorare un interesse, casomai scomposto di tipo economico e geostrategico e, se questo ha un senso, non vi sembra originale che l'Italia, pur prodiga di dichiarazioni inutili sia stata esentata dalla reazione islamica, mentre solo contro il Vaticano, simbolicamente, si sono espresse prediche propagandistiche da parte dell'Isis? Eppure, anche l'Italia ha venduto ai servizi americani Abu Homar, ma è stata "punita" solo dagli alleati nord americani, in ogni circostanza nella quale la sua politica ambivalente è stata da loro intercettabile e trattata sempre da serva, un po' puttana, anche sul proprio territorio, ogni qual volta gli americani hanno provocato incidenti o disastri. Il guaio è che l'Italia, artefice fin dai tempi di Andreotti, di una politica di collaborazione sotto traccia con i regimi arabi petroliferi, proseguita con Berlusconi, fino al vigliacco abbandono del colonnello Gheddafi alla sorte che altri, in primis americani e, sul campo, francesi, gli hanno voluto improvvisamente riservare, l'Italia paga le fazioni, i capi tribù e le milizie che teoricamente dovrebbe fronteggiare, anche dove è stabilmente di stanza, come in Libano. Mi diceva anni fa la mia amica Natsuko, oggi in servizio presso l'ambasciata giapponese a Washington, prima di partire per la Muaritania, che lei non temeva rapimenti, perché Italia paga e quindi "kidnapping"; il Giappone non pagherebbe e quindi "no kidnapping". L'Italia è una puttana, "non donna di talento, ma bordello". Per cui, se la guerra è stata portata nei termini e con i mezzi di cui dispone un esercito scalzo, è perchè la morte piove dal cielo su civili e famiglie arabe, martoriate prima dal colonialismo e poi da guerre imperialistiche ed energetiche, alle quali la Russia post sovietica oppone solo, con decisione, i suoi particolari privilegi consolidati dalla sua politica precedente a Gorbaciov, come ha fatto in Siria e prima, ai suoi confini, in Georgia e in Ucraina. Starà poi all'Italia, amica degli uni e degli altri, secondo la gesuitica cattedra di Papa Francesco e della Chiesa cattolica in genere, presentarsi al convito e agli altri relegarla in un ruolo ancillare di presidio del desco, ruolo che, ne sono certo, come al solito accetterà ed interpreterà con consumato ma mediocre mestiere.

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