giovedì 10 aprile 2014

Un nuovo sceneggiato sta per andare in onda.

Fra poche ore - dicunt, tradunt - Silvio berlusconi chiederà l'affidamento ai servizi sociali nell'assistenza ai disabili: "li voglio motivare". Spero che si tratterà di una motivazione extra-aziendale, dato che la cultura dell'ex Cavaliere è impregnata di questa sotto-cultura, ma l'intento, ancorché propagandistico, sarebbe lodevole, se non si riducesse alla solita sceneggiata gabba-gonzi dei promotori- venditori delle aziende. L'affiancatore Berlusconi vedrebbe la sua opera pubblicizzata, enfatizzata e incensata su tutti i media di famiglia e la denigrazione dei gazzettini dell'opposizione rinfocolerebbe soltanto la sua fama. Penso che si proponga solo questo, insieme all'agibilità politica che ne sarebbe rafforzata, quanto ad effetti ed influenza, dal tenero lavoro di supporto. Mi piace ingenuamente pensare che, almeno in parte, lo farà davvero, raccontando loro delle barzelletta e procurandogli qualche visita fugace e ascosa delle olgettine..tutto a spese sue, se lo può permettere. Anche in questo caso, però, la sua carità deriverebbe solo dal suo stato privilegiato e dalla sua ricchezza, altrimenti, che supporto fisico e pratico potrebbe dare un uomo di settantotto anni, plurioperato, che tranne il buon umore, frutto della sua impenitente ( e perchè dovrebbe pentirsene? ) gaudenza e la compagnia talamica di una giovane partner, non avrebbe, consuetudinariamente, nessun altra risorsa da offrire? Ma, si sa, la vita non uguale per tutti, checché a qualcuno piaccia consolarsi con queste banalità, è invece il frutto delle esperienze gaudiose o dolorose, gaudenti o dolenti che, non la natura, ma quel ricostituente tossico che è il denaro, a pochi apporta felici illusioni fin sulla soglia della morte e a molti no, tanto che la morte li solleva dal tedium vitae. L'ex cavaliere ci prepara un'altra delle sue interpretazioni di quel filone inesauribile che è la commedia all'italiana, incurante delle nuove e poco dotate ( di soldi ) leve fiorentine, dopo Armando Spadaro e Paolo Poli.

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