giovedì 10 aprile 2014

I timorati della carriera.

La legge 194 è stata svuotata dall'interno a cura elle potenti accolite del sanfedismo, interne alle strutture sanitarie pubbliche - dalle quali ingaggiano i medici per le lucrose e identiche terapie private - attraverso l'obiezione di coscienza, che è divenuta progressivamente orizzontale, tanto che, chi pratica aborti, finisce per non fare altro, in reparti ghetto, all'interno dei quali solo gli infermieri sono fungibili e possono sfogare tutta la frustrazione del loro lavoro, spesso ingrato, nel trattamento da mattatoio delle degenti in hospital day. Nei corridoi imperversano indisturbati degli invasati medievali, con vangeli e altri articolo simbolici e religiosi, che minacciano punizioni in questa vita e nell'altra ( altra da noi ) e tormentano le ricoverate che, per il solo fatto di essersi rivolte alla pubblica struttura, sono donne del popolo, abituate ad essere insolentite, mentre analogo atteggiamento sarebbe respinto, da degenti ed ausiliari, presso le strutture private. Le leggi si rispettano, non si svuotano dall'interno. La 194 è stata confermata da un referendum popolare e il costume di non rispettare quanto, particolaristicamente, non piace o non conviene, è la tabe principale di questo Paese, nel quale il senso civico è irriso. Una amica mi ha chiesto di firmare la sua petizione al Presidente della Regione Emilia Romagna su change.org e, sia pur con ritardo, per trascuratezza nella lettura della mail, ho provveduto oggi, convintamente. Aderisco anche all'invito a diffondere la petizione su Facebook, dove, in piena libertà di scienza e coscienza, chi vorrà potrà rafforzare un'iniziativa, volta a rianimare l'applicazione di una legge dello Stato italiano, ad esclusiva tutela di donne in stato di disagio, che, contestualmente, dovrebbe sensibilizzare le autorità pubbliche a tutelare la profesionalità di quei medici che non si piegano al conformismo carrieristico ed a stabilire la loro completa applicazione nei raparti di ostetricia e ginecologia.

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