martedì 22 aprile 2014

Dopo le guerre..

Gran parte dell'Italia sta tornando all'economia post bellica e, se ci sarà un boom, riguarderà il capitale profittatore e non la più larga collettività. Adesso chiude anche Piombino con le sue celeberrime acciaierie, per un calcolo di frammentazione, verso il nord Italia e la Germania, in modo da concentrare la produzione. L'acciaio non viaggia su Internet, è pesante ed i costi di trasporto sono tornati ad incidere sullo spirito d'intrapresa..per i fondelli, di generazioni di lavoratori e delle loro neo-proletarie famiglie. Stiamo rapidamente tornando all'origine, ma in termini regressivi anche sul piano civile e politico, dell'Italia povera e devota: devota all'euro e a una triade consolare - Monti, Letta e Renzi, pronubo Napolitano -, che ha realizzato un colpo di Stato e sta provvedendo, con l'apporto delle larghe intese destra-sinistra ( per fortuna contraddette da diatribe di bottega )a conservare il sistema dei partiti sulla rovina dell'Italia. Non c'è più la Chiesa, già traditrice delle tradizioni, come lamentava Pasolini, rianimata, bocca a bocca dal gesuita Francesco, che è contraddetto dallo sfarzoso Cardinale Bertone. Non c'è più il P.C.I. che è sparito insieme alla classe operaia - oggi disoccupata o cassintegrata - ad organizzare la base e a farsi valere su piano civile e dei rapporti di classe. I giovani lavoratori precari sono quanto di più vacuo ed ignorante non ci si sarebbe aspettati, pur dotati in parte di qualche laurea, presa in Università sul crinale della sopravvivenza, che sembrano la "pesca" parrocchiale dei titoli, attribuiti a corsi di studio a quiz, prima appannaggio di brevi scuole professionali e non di corsi quinquennali a settecento euro a semestre. I pochi corsi "pesanti", comportano, "a crescere", anno per anno, contributi, che al tempo delle Università veramente pubbliche, si chiamavano tasse, di più di un terzo superiori, che alimentano il baraccone. In assenza di una politica nazionale che veicoli le risorse in maniera più equa ed efficace, il pauperismo non può che crescere e l'emigrazione riprendere. Ma, quel che è ancora peggio, è prossimo il riemergere di mascheroni vacui, grotteschi e senza qualità, pervenus-puntelli di domestiche e piccine, dinastiche e feudali, riproposizioni di una società inerte e statica. Solo la mano degli dei, ogni tanto, scuote il territorio, ma non le intorpidite coscienze: le rovine dei terremoti sono lasciate sul posto.

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