lunedì 7 aprile 2014

Il grano e il tanto loglio, inestricabilmente connessi.

Nelle regioni orientali dell'Ucraina sono cominciate le manifestazioni e le occupazioni dei filo-russi che invocano la loro annessione alla Grande Madre. Queste rivolte sono speculari a quelle vissute dall'Ucraina centrale, istituzionale, da parte degli arancioni, come già da anni e anni a questa parte, mentre il Paese sprofondava sempre di più nella povertà e nelle ruberie. In altri tempi, non lontani, i filo-russi "avrebbero chiesto l'intervento dei paesi fratelli, contro le interferenze dell'occidente" interferenze che probabilmente c'erano, come ci sono state nello strappo verso ovest che ha deposto un legittimo, seppur corrotto presidente filo-Putin, che, dopo essere stato per tre volte in carcere, aveva carcerato la presidentessa che l'aveva preceduto, dopo che, agli albori del movimento filo-occidentale, l'allora presidente era stato avvelenato durante un pranzo con il piccolo despota del Cremlino. Sull'Ucraina stanno giocando agenti esterni per scopi che con quella nazione non hanno nulla che fare e Putin si sta divertendo, su quelle povere spalle, a rintuzzare gli Statunitensi nelle loro mire condizionanti e contenitive che dovrebbero portare, nel tempo, alla sua destituzione. Basterebbe applicare la legge, non aggirarla e non rieleggerlo, ma l'ingerenza omogeneizzatrice esiste anche se non è palese. Quanto alla Germania neoguglielmina della post-comunista Angela Merkel, che ha i suoi candidati specifici fra gli arancioni, il suo ruolo e la sua possibile influenza non sono ben evidenziati, dati anche i rapporti commerciali ed energetici che intrattiene con la Russia. Intanto il ministro dell'Agricoltura dell'Ucraina, successiva ai recentissimi moti, si è già dovuto dimettere per corruzione. Anche l'ultima, povera risorsa a cui quell'ex potenza è stata rapidamente ridotta, ha cominciato a marcire.

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