mercoledì 23 aprile 2014

Nuove dimensioni del credere.

Durante il regime comunista nell'Europa orientale, i battesimi avvenivano clandestinamente. Si temeva l'ostracismo sociale indotto dalla prassi, più che dalla legge, che non vietava l'esercizio del culto. Era evidentemente in atto un'appropriazione indebita delle anime dei cittadini-compagni, contro quella dei fratelli nelle fede. La contesa si estendeva poi all'istituzion scolastica e a tutte le associazioni educative e ricreative. Restando alle due chiese contrapposte, va fatto di notare che nelle aule scolastiche, insieme alle materie, anziché l'ora di religione, si svolgevano seminari di ateismo più o meno scientifico. Qualche docente si guadagnava il pane così, come, per converso, laici di provata sudditanza, vengono adoperati per la sempre più trascurata educazione cattolica a livello di scuola pubblica. I battezzati di nascosto, all'atto del loro matrimonio, dovevano sottoporsi alla confessione, alla prima comunione e poi al rito nuziale. I figli dei non coniugati in chiesa non venivano battezzati, come avviene invece oggi, in tempi di liberale emigrazione, a prescindere dallo stato civile e religioso dei coniugi. Anche da noi i figli dei peccatori vengono battezzati, anzi sono stati sempre ammessi ai sacramenti in quanto incolpevoli in un regime denso, ma non rappreso. In sostanza, nessun carisma a chi non "appartiene" e che anzi è di "proprietà" del nemico ideologico o diavolo che dir si voglia, accettazione potenziale per chi ne faccia richiesta e quindi ne sia parzialmente coinvolto, in un sistema ambivalente anche se non liquido e "fluviale" come ora. Dopo la caduta del comunismo, i primi ad essere ricatechizzati sono stati i maestri di scuola elementare, che si sono dovuti trasformare da realisti negatori della trascendenza in devozionali corifei del dio buono. Nella parte occidentale dell'europa ex comunista, sono i preti polacchi a farla da protagonisti ed a reggere le parrocchie nei Paesi di confine. Che nel loro ruolo "stabilizzatore" ci sia una forte componente politica è fuor di dubbio e non infondata era la competizione oppressiva del vecchio regime. La pronta trasformazione conformistica popolare e, di conseguenza, dei partiti politici, la dice lunga sulla piaggeria opportunistica non solo degli apparati, ma delle "genti" medesime. Il contraddittorio, ora, è fra le due chiese cristiane: quella cattolica e quella ortodossa. Mentre la prima è più aperta ai matrimoni misti e all'influenza educatrice che spera di esercitare sulla discendenza, la seconda è estremamente corriva nel non celebrare matrimoni misti, nel non battezzare i figli delle coppie "eterologhe". E' intrinseco, in questo atteggiamento, il portato di chiesa nazionale storica di un'etnia, dalla Grecia alla Russia, mentre l'atteggiamento cattolico, chiuso al suo interno, è più fluido verso l'acquisizione di anime. La Chiesa ortodossa è rigidamente commerciale, ma in termini territoriali: per ogni richiesta è affisso dentro le chiese il tariffario: tanto per un matrimonio, una cresima, un funerale. Nelle chiese cattoliche, come da noi, l'offerta è libera, ma gradita, zona per zona, parrocchia per parrocchia, i cui contributi sono monitorati e sollecitati dalle Curie arcivescovili. Non si può essere esosi in quartieri poveri e poco fidelizzati, non si può accettare un'elemosina povera da parrocchie ricche, fidelizzate ma non fedeli. Qualche interconnessione, non solo nelle questue, ci deve essere. Ora, all'ovest come all'est, mentre la società si pauperizza e si sfarina alla ricerca di un lavoro, nella rincorsa e negli spostamenti dove si presume che quest'Araba Fenice si possa trovare, l'atteggiamento popolare e mediatico della Chiesa si adegua, senza intaccare i principi, alla concorrenza di una ridicola carnevalanza e di un'illusoria transumanza sociale, insidiata dal diffondersi di nuove chiese di impronta protestante o di sette esportate insieme all'emigrazione. A prescinderne, però, qualche vulgata, nuova solo da noi, sta prendendo piede. Soprattutto i Testimoni di Geova, con il loro sistema di proselitismo a percentuale e i loro insidiosi Templi, nei quali esercitano una vera e propria attività di controllo degli adepti, allo scopo di trarne profitto; statica la Chiesa avventista del settimo giorno, poco influenti altri predicatori itineranti, come i Mormoni, che comunque, nel Lazio e, soprattutto, in Sicilia, sono riusciti a fondare delle comunità. Dopo la triste esperienza dell'Opera di San Michele Arcangelo, a Bologna, sciolta dopo una velina della Curia sulla loro usurpazione di ordinazione, paiono cozzare sul muro dell'istituzionalità storica, le iniziative, altrimenti commerciali, delle chiese o sette spontanee. Il buon Gennaro, di professione oste e di personalità mitomane, in America del nord avrebbe avuto un futuro, laddove si può diventare pastore di una chiesa, solo inagurandola e, ovviamente, se si riescono a coprirne le spese attraverso la generosità degli adepti. Pur con questi limiti, si può diventare una multinazionale. Analogo trattamento amministrativo è riservato a tutte le confessioni, senza differenze. Lo stesso sistema di finanziamento, sulla base delle dichiarazioni fiscali di appartenenza e di sostentamento, è praticato in Germania. Chissà se l'Europa unità aprirà qualche breccia per la religiosità autogestita?

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