mercoledì 3 giugno 2015

Mediocrità ordinarie.

Roberto Maroni avrebbe cercato di addebitare le spese di un viaggio "di lavoro" in Giappone di una sua amante alla Regione. Per un fatto simile l'ex Vice Presidente della Regione Emilia Romagna e neo eletto Sindaco di Bologna, Delbono, dovette dimettersi e consegnare al commissariamento della maroniana Anna Maria Cancellieri il Comune. Maroni se ne fa beffe. Un'altra sua concubina ( etimologicamente, compagna di letto ) avrebbe beneficiato di un posto di lavoro, neanche tanto ben pagato..ma di questi tempi..Le due giovinotte ( rispetto a lui ) si sarebbero prestate al ribasso, come la congiuntura impone, scambiando le competenze necessarie ( la seconda ) per poter lavorare e, frivolmente, compiacendosi di un viaggio esotico, che poi non ci fu, per sopravvenute complicazioni ) la prima. Ovviamente non sappiamo se sia vero, ma la Procura della Repubblica di Milano non ha dubbi, se si è esposta a denunciarlo. Tira proprio più un pelo di figa che una pariglia di buoi. Tutte le cronache del potere e dell'interesse ne sono monotonamente zeppe, così come le vulgate del popolaccio, così coerentemente rappresentato. Per quel che attiene all'impenitente Maroni, che non si acconcia alla moralità calvinista dell'Europa, alla quale neanche la sua Lombardia, cattolica, si adatta, era arcinoto - ma erano altri tempi - che aveva trasformato il Viminale, durante la sua prima esperienza da Ministro di polizia, che durò solo nove mesi, nella sua garconniere, dalla quale entravano ed uscivano signorine di vita, per competenza d'ufficio. Forse Maroni non ruba direttamente e non per la famiglia, come toccò al suo compare, quel Bossi che sperimentò la supercazzola prematurata, con scapellamento e stortura ischemica a sinistra, con l'attrice padana Luisa Cornia. Dopo il Celeste pseudo casto dell'Opus Dei e di Comunione e fatturazione, siamo tornati più banalmente all'ordinario, salvo confondere i soldi amminsitrati in prorpio con i propri soldi..

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