domenica 7 giugno 2015

Conti e vulgate.

La Unione europea riveste valenze talmente diversificate per chi ne fa parte, da contraddire alla base l'unità dichiarata. Il vincolo bancario e finanziario crea movimenti centrifughi mitigati solo dal danno comune che un ripensamento provocherebbe, senza neppure assicurare un sollievo ai Paesi meridionali che si dibattono nella morsa dell'Euro-marco. La Germania non demorde e le fanno da stampella gli organismi internazionali, in primis il Fondo monetario internazionale, sostenuto dalle potenze economiche del mondo occidentale. Lo scenario al quale i popoli "viziosi" dell'Europa si ribellano è di due tipi: con il primo ci si dovrebbe imporre il cilicio di un sacrificio perenne e di una violenza antropologica e culturale che non è ipotizzabile per i climi caldi e le moralità temperate; con il secondo ci si condannerebbe comunque all'indigenza per la maggioranza della popolazione come già avviene negli Stati Uniti, ma - non sembri un paradosso - anche in India ( dove duecentocinquanta milioni di persone sono benestanti ) - sia che si finga di accettare il taglio delle prestazioni ( gli organi comunitari e il FMI insistono soprattutto sulla previdenza, temendone l'incidenza inerte a lungo termine ) ma lo si pratichi artatamente, sia che si dia un calcio ai sacrifici, per ritrovarsi vaso di coccio fra pochi vasi di ferro e per ciò stesso condannati alla frammentazione. I Paesi del sud Europa tracheggiano, con maggior adrenalina i Greci e impasto soporifero la Spagna e l'Italia, incline, la prima, a disperdere nei nazionalismi, per forza di cose indeboliti e nei clientelismi dispersi, la seconda, il loro sistematico ridimensionamento. Questi Paesi del colore e del folklore stanno appiattendo le condizioni di vita dei loro popoli in maniera falsificatoria, evidente solo in Italia per vie delle bischerate di un povero tribuno di Buffalmacco, reso potente dalla nostra insignificanza. Altrove, si continua a confrontarsi su temi che hanno perso, in un contesto di immiserimento, gran parte della loro valenza: i nazionalismi straccioni soprattutto. La Germania in fondo teme di riassumere la leadership di un coacervo di Stati così disomogeneo e potrebbe scegliere di lasciare, lei per prima, l'euro e limitare la sua area di influenza, a questo punto di nuovo esclusivamente economica, agli altri Stati "virtuosi", ma piccoli o sottopopolati. E' macroscopico il divario, lavorativo, di reddito, sindacale e di tutele, fra la Germania attuale e i Paesi del sud Europa: il loro sistema previdenziale, la loro influenza sindacale, il loro reddito, in una parola la loro stabilità, cozzano e fanno a pugni col disordine e la menzogna propagandistica che alligna in quasi tutti gli altri Paesi dell'area euro o ad essa improvvidamente associati, congiurando ad un solo risultato: l'insignificanza sostanziale sul terreno politico dell'Europa continentale ed il rispristino claudicante dell'asse fra Stati Uniti e FMI, BCE e Germania - con l'appendice della Francia nucleare - su tutti gli altri staterelli del corbello degli interessi minori collegati.

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