lunedì 15 giugno 2015

Esiti sorprendenti.

Non conosco il nuovo Sindaco di Venezia e non mi interessa se, come dicono gli esegeti degli equilibri di potere interni all'apparato politico, Renzie ne esca indebolito. Mi dispiace per Felice Casson, il meritevole giudice veneziano che deve aver compreso come, per lui, figlio di un pescatore di Chioggia, non ci sia altro che il successo di un concorso pubblico difficile. L'avevo dato per facile vincitore due settimane fa ed era, in effetti, uscito in testa dopo il primo turno, ma, in presenza di un forte astensionismo ( anche al primo turno ) è stato battuto da un candidato - leggo - che sessanta giorni or sono era ignoto alle cronache politiche. Non è detto che sia un male e non è detto che per Casson debba rivelarsi una débacle, almeno dal mio punto di vista. Le qualità dell'uomo sono già state dimostrate, il suo competitore dovrà dimostrarle, ammesso che gli interessi. Non si può, né - ritengo - si deve galleggiare a tuti i costi, come gli stronzi. So che è una posizione minoritaria. Resta singolare, dopo lo scandalo del Mose che la pattuglia di cittadini veneziani, più i mestrini, si sia voluta privare di un fustigatore di costumi, non incline a guardare in faccia nessuno. Evidentemente la moralità e la giustizia sono un tema meno "captivo" di quanto i polemisti dei giornali ritengano e la proposta senza pedigree o forse " senza identità" attrae di più un pubblico che avverte l'inanità di espressioni senza effetto. O, invece, il corpo elettorale è ancora sensibile agli equilibri correntizi dei partiti e, in questo caso, quali contrappesi hanno paralizzato il progetto di Casson e indotto molti elettori a non pronunciarsi? Il successo dei grillini in numerosi comuni siciliani e la sconfitta del PD in una roccaforte - dopo Livorno - della sinistra, quando era tale, rivelano una mancata e giustifcata identificazione dell'elettorato "rosso" con il nuovo ambiguo soggetto politico. La vittoria, non dei grillini, come "nell'anarchica Livorno ", ma della destra ad Arezzo sembra suggerire che le imitazioni attraggono meno degli originali o inducono alla rinuncia troppi potenziali elettori, da favorire la prevalenza delle ex minoranze storiche. Non c'è da gioire o da diperarsi, secondo propensione: il risultato e l'alternanza possono giovare alle amministrazioni locali, le uniche in grado, compatibilmente con i bilanci, di prendere ancora delle decisioni, mentre al centro, Renzie o chi per lui, continueranno, Grillo o Landini permettendo, sempre che no si elidano a vicenda, a recitare il canovaccio della Troika. In fondo, anche Syriza è nata in pochi anni, durante lo scempio greco. La differenza è che, la nostra, è una sceneggiata.

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