lunedì 8 giugno 2015

Le ragioni degli altri.

Tra i paesi della NATO e del blocco economico occidentale, intriso di debolezze intrinseche e la Russia è guerra economica e, sotto traccia e per interposte nazioni, militare. Il G7 ha ribadito le posizioni di Obama che non contemplano differenze rispetto alla democrazia mercantile e finanziaria. Putin vuole rifondare l'Impero!Quale? Quello sovietico certamente no; lo dicono, lo ripetono i Paesi neo vassalli dell'America, i Bulgari della NATO, già membri del patto di Varsavia, ma l'ipotesi è solo insulsamente propagandistica. Putin non vuole potenze ostili ai confini e si riserva di creare stati-cuscinetto e di assicurarsi sbocchi al mare. Eppure si continuerà, come già con la piccola Cuba, ad affamare i Russi, ritorcendone la colpa sul loro Presidente, eletto e rieletto, sia pure con escamotages da repubblica sud americana, ma comunque sempre eletto. L'Impero russo è un concetto continentale insito nell'anima di una nazione multietnica e mai veramente democratica, proprio per le sue dimensioni e l'assenza di strutture statuali federalistiche, incontrollabile e centrifuga se lasciata alle dinamiche del "libero mercato", che si esercitano, a costo di fratture e relegazioni, in realtà territoriali e nazionali più contenute. E' dunque Putin un democratico? No, né in senso occidentale e neppure in senso proprio: è un autocrate con un largo seguito personale che è riuscito a reincollare le parti polverizzate della Russia di Boris Eltsin che non aveva saputo produrre altro, con la sua politica di imitazione di un'economia mai praticata, neppure all'epoca degli Zar, che miseria, abbandono di minori, prostituzione migratoria in tutto il mondo. Oggi il blocco capitalistico nord americano e centro europeo si trova di fronte di nuovo ad un competirore irriduciblie. Potrebbe fare diversamente? Non è solo irriducibile ma diplomaticamente attivo, verso la Cina - la più grande ancorché "anomala" potenza capitalistica del mondo e l'India che sembrava definitivamente assunta fra le grandi economie emergenti dell'altro punto cardinale, rispetto al suo, in competizione. E' il blocco occidentale univoco ed omogeneo al suo interno? Certamente no. Le disegueglianze endogene fra i suoi cittadini ed esogene fra le nazioni e gli stati che lo compongono, non sono mai stati così stridenti, costretti come sono ad una convivenza che con il liberalismo non ha proprio nulla a che spartire e che si compendia come un direttorio dissimulato del quale le potenze egemoni, ma ormai solo nel loro ambito, nominano e dirigono e le potenziucole caudatarie vanno al guinzaglio sempre più strozzate dagli strattoni dei loro padroni. Con questo non voglio dire che Vladimir Putin sia un campione dei diritti dei popoli, ma semplicemente che la realtà è complessa, dinamica e - dovrebbe essere - dialettica e che la strada intrapresa è la solita, quella della prepotenza e dell'ingerenza sistematica nelle strategie degli altri, dalla quale costoro hanno tutto il diritto di difendersi.

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