domenica 14 giugno 2015

Alla ricerca della verginità, se si dovesse perdere.

A Roma, un deputato pentastellato, tale Di Battista - mi pare - guida un attacco concentrico al Sindaco Marino, un chirurgo palermitano, cooptato al primariato del principale nosocomio trinariciuto al posto del professor Marcelletti e, poco dopo,cooptato, per i democratici, al vertice del Campidoglio, senza che avesse mai, fino ad allora, soggiornato nella capitale. Che cosa dovesse fare in quel contesto, che esperienza indiretta ne avesse, insomma che cosa ci facesse lì, resta un rebus. Che la ragione non sia commendevole, comunque la si voglia valutare, è certo; in che cosa consista la non commendevolezza è celato. Si dice il peccato, o lo si fa intendere, ma si tace il peccatore: si dice così in questo paese di troppe devozioni pelose. Sta di fatto che in tutto il minestrone delle frattaglie romane il malcapitato neo-sindaco, probabilmente non ha aggiunto un solo ingrediente, anche se è insostenibile che, nella sua posizione, non abbia avuto contezza di meccanismi e di movimenti poco o punto ortodossi e, anche per affinità ambientale o perchè circondato, abbia fatto finta di essere Alice nel paese delle meraviglie. Ora il pentastellato tenta di demolirlo. lo Statuto dei 5Stelle vieta che i suoi membri assumano funzioni amministrative di vertice, non contempla cioè che possano fare i Sindaci. Eppure, si dice a Roma, la strategia è tradizionale, la tentazione, dopo tanta fatica e lavorio ( spesso si viene letteralmente alle mani e, se vi chiedete come faccio a saperlo, beh..anche nel sindacato era così ) è manifesta. Si ricadrebbe, per inerzia e gioco forza negli stessi difetti, invischiati nella palude sottostante agli affari pubblici a fini privati e, quindi, bene recita lo Statuto dei 5Stelle al proposito, ma la tentazione politica di far saltare il pentolone dall'interno potrebbe suggestionare anche Grillo o trascinarlo nelle feste di Trimalcione. Personalmente opto per l'assimilazione al regime spartitorio, sempre che l'epulsione del Cicerone d'occasione con le sue Verrine, non riportino il movimento alla sua purezza sempre ricostruibile, attraverso la Rete. Una povera ragazza, rapita dal IS e sposata a venti uomini diversi, per altrettante volte - sostiene - è stata sottosposta alla ricostruzione dell'imene - che doveva ormai sembrare una tela plissettata e consunta - ogni volta che riveniva data in sposa ad un guerriero di Allah. La pratica richiama il mito delle Uri, le vergini che attendono il martire della fede nell'aldilà e che sono sempre le stesse, ma hanno la facoltà di riverginarsi ogni volta per rimanere intonse agli occhi e non solo del meritevole. Mi sembra che Grillo e il suo movimento, attraverso le espulsioni di tutti coloro che hanno già assaggiato il frutto proibito e la riproposizione di nuovi aspiranti al gioco, attraverso la Rete, seguano una strategia mediatica e influenzatrice analoga.

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