domenica 21 giugno 2015

Medio evo carnevalesco e quaresimale.

Anche in Italia, dopo le giornate di preghiera contro l'aborto si è tenuta la prima grande e "istituzionale" manifestazione dei cattolici vandeani contro il riconoscimento delle coppie gay. Trovo personalmente la diatriba fuorviante e poco appassionante, ritengo che il "matrimonio" e la stessa adozione omosex, siano, per lo Stato, mezzi di controllo fiscale sui redditi domestici, anche se avrebbero per corollario le graduatorie per i benefici ai semi-indigenti, case, vitalizi, ecc. Le manifestazioni, che hanno sostituito quelle classiche classiste, si intensificheranno e storneranno l'attenzione dai temi propri della politica, per stringere a coorte le truppe cammellate del sanfedismo e dei vari comitati gender-transgender. Le giustificazioni, gli slogans servono a compattare le milizie, non a coinvolgere un pubblico distratto e sotto stress economico. Buttati lì, depositano, fino a quando, nelle intenzioni dei propalatori, una contingenza politica, individuabile nei conati sociali dentro una camicia di forza, consentirà loro, senza dichiararlo esplicitamente di imbarcarsi sulla caravella vincente in regata o supportare un'emotivo movimento popolare, emozionato casomai per altre cause. Ebbene. è indubbio che le associazioni cattoliche, quelle associazioni cattoliche che si stanno prodigando nella medievale invocazione alla madonna e ai santi, si collocherebbe sul versante reazionario. Mi fa un po' specie che il progressismo si attesti oggi, privo com'è di agganci alla realtà economica, solo su queste trincee assimilatorie di un costume sempre invalso e che ci sarà a prescindere da leggi e comitati. La presa di posizione del Cardinal Caffarra circa il declino di una civiltà, quella europea e nord americana, in seguito all'accettazione ideologica dell'omosessualità, è un grido arcaico che viene dal profondo di epoche buie e superstiziose. Il fatto è che lo Stato, lo Stato moderno, quello inserito nelle istituzioni (mal)coordinate dell'Unione e uropea, ad esempio, non può attestarsi su posizioni da Stato etico, per definizione uno Stato antidemocratico. Oggi vige purtroppo "l'eticità finanziaria", più declamata che praticata, come quella religiosa. E che si tratti di una difesa dogmatica e di principio, ad onta di ogni realtà, è empiricamente tsetimoniato dai costumi sessuali vili dei clero cattolico in giro per il mondo. Quale che sia l'equilibrio che si stabilirà al riguardo e che non potrà vedere - ritengo - l'Italia su posizioni troppo arzigogolate per rimanere difformi, in ambito europeo, contestualmente si sedimenterà una contesa morale fra due schieramenti a parti invertite, perché il movimento gender-transgender avrà allora dalla sua il supporto della legge. Il movimento "per la famiglia tradizionale", ma non tanto velatamente cattolica, resterà sulle barricate, ma solo per farsi vivo in circostanze specifiche, pilotate dalle gerarchie e dalle parrocchie, dalle associazioni e dai movimenti, in ogni momento in cui sarà opportuno e possibile. Lo dimostra l'atteggiamento, ambiguo e sotto traccia tenuto in questa circostanza dalle istituzioni ecclesistiche. Sarà una polemica sottostante ad una società recessiva, impoverita e fuorviata dalle sue espropriate facoltà.

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