mercoledì 10 giugno 2015

La moralizzazione impossibile.

Lo scandalo di maniera che accompagna le scoperte del malaffare spartitorio nella Capitale, è un puro sfoggio di ipocrisia desiderosa di sotituirsi negli appalti e nelle mazzette. Della corruzione orizzontale, veicolata dai lavori pubblici o per Enti pubblici, sapevano anche i sassi. Fa bene la magistratura a demolire questo sistema ormai incompatibile con l'appartenenza ad organismi internazionali vincolanti, ma l'intervento tardivo non elimina il sospetto che si tratti di supplenza consentita, atta più a mascherare che a risolvere. Di cosa vivrebbero le nutrite coorti degli pseudo occupati, non solo di Roma, ma di tutto il meridione d'Italia? L'ultima scoperta riguarda un ospedale, ovviamente dissestato, in un triangolo diseredato delle Puglie, dove le finanze vaticane hanno investito in opere di misericordia corporale ingenti risorse, brigando e contando sull'appoggio di politici d'area locali, che si erano arrogati tutta la gestione del potere effettivo, coinvolgendo anche le religiose al cui Ordine è intestato l'ospedale di cui trattasi. I normali lavoratori di quelle zone migrano al nord, qualcuno per compiti ordinari, qualcun'altro per occupare posizioni prestigiose, soprattutto in campo medico, dove soccorrono gli incroci professionali, mafiosi e massonici, validi dovunque. Per chi resta, ai diversi livelli dell'appropriazione, non resta che vivere sulla scia di questi personaggi, che hanno sempre un terminale in Parlamento e nel Governo. La pretesa di occupare poltrone, anche di sotto-governo, di formazioni neodemocristiane, come il NCD di Angelino Alfano, non sono altro che la riproposizione di antichi e non dismessi equilibri di potere. L'Italia, così come è ridotta, non può stare in Europa, almeno non possono starci esempi incancreniti di clientelismo e malaffare, volani di sprechi e di ruberie, una delle voci non scalzabili del nostro dissesto.

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