mercoledì 2 novembre 2016

Viviamo insieme, ma non siamo tutti uguali.

E' morta Tina Anselmi, andando a infoltire quel Pantheon nel quale sarà prudentemente chiamata, dopo essere stata ripescata dall'oblio nel quale l'aveva cacciata la sua Presidenza della commissione parlamentare sulla Loggia P2. Cattolica e partigiana, era sempre rimasta fedele ai suoi valori, che non aveva mai mediato con i compromessi della politica e del suo partito. Fu artefice del Servizio sanitario nazionale oggi alle ortiche, da Ministro della Sanità. La sua popolare espressione e le capacità concrete che aveva dimostrato, ne facevano una candidata degnissima, ma preoccupante, per la Presidenza della Repubblica, quando Nilde Jotti, Presidente della Camera, pensò a lei come investigatrice politica del tentativo, interno anche ai partiti, di sovvertire, come oggi, l'assetto costituzionale dello Stato. L'Anselmi accettò di rimettersi in discussione e mise in atto un lungo lavoro di investigazione che le alienò l'appoggio di tutti i partiti, compreso il Partito comunista ed il suo medesimo, quando rifiutò di coprire il potente Flaminio Piccoli, individuato come tessitore di molte trame della Loggia, rappresentante di interessi connessi, interni ed internazionali, di stampo reazionario. In politica si può presagire di tutto: anche che certe designazioni sul traguardo servano a bruciare un'avversaria potenziale, perché ricca di valori ed intransigente nel difenderli, quella che nel gergo immiserito di chi sa "come vanno le cose", veniva trattata e svilita come un'ingenua. Eppure, in quell'incarico in cui rinnovò il suo impegno di staffetta partigiana, mise tutta se stessa e disvelò - altra cosa è l'imputare e il punire - molte delle trame segrete e infami della politica del sottosuolo. Poi, dalla potenziale Presidenza della Repubblica, all'oblio, il passo fu breve, ma coerente con l'impostazione di tutta la sua vita. Resta, nel ricordo delle persone per bene, una testimonianza di onestà, dedizione, capacità e senso civico, restituiti alllo spirito di servizio verso il bene comune, che tanti dei suoi detrattori non hanno mai visitato. Si vive insieme, ma non siamo tutti uguali, nel senso più nobile e spirituale dell'espressione. .

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