lunedì 14 novembre 2016

La piaggeria.

La piaggeria è il collante della società. La piaggeria ambientale, lavorativa, cerimoniale e convenzionale è la misura della carriera dei mediocri, che da questa base compromissoria si attribuiscono, sia pur stentatamente, comodità, vantaggio e potere, riducendo, o meglio cercando velleitariamente e ridicolmente di ridurre tutto a questa dimensione. Inevitabilmente si trascende in toni ed atteggiamenti di autentica prepotenza, che possono intimorire e condizioanre solo i pavidi. E' questa l'arroganza della ricchezza o del privilegio, di qualsiasi privilegio, anche miserrimo. Fino a non molti anni fa, ad esempio, la faceva da padrone quello clientelare, oggi pesantemente messo in crisi, nel mondo commerciale ma non ancora in quello delle professioni. Vere e propie dinastie di manutengoli sono implose, orgogli, sentenziosità e razzismi, anche morali, in una parola fascistoidi, si sono ridimensionati, riducendosi a condizioni di inaspettata modestia, dissimulata dalle setesse cerimonie in un ambiente che delle apparenze fa la cifra del suo stato. Sì, a ben vedere, il globalismo, la concorrenza sui prezzi, ha liberalizzato i servizi popolari, adeguandone il costo e questo ha scardinato tutte le posizioni di rendita, normalmente ereditarie. La condizione dei clienti o dei fruitori non è invece cambiata: al contenimento dei prezzi corrisponde una frettolistà ed uno scadimento delle prestazioni. Il mondo creditizio e finanziario è in perpetua e costante riadattamento e sismicità: fanno razza per conto loro , come le esangui dinastie dei faraoni, use a ravanare fra consanguinei, le micro imprese che cercano, con ogni mistificazione e forzatura gestionale, di continuare ad assicurarsi un peculio esclusivo. Queste realtà che non conoscono la complessità organizzativa delle mega strutture, ancora in via di formazione e di evoluzione e, molto spesso, di internazionalizzazione, che ne fanno delle imprese cangianti multidimensionali, con il loro continuo riciclo di personale, nell'ambito di strutture precise, nelle quali i contratti hanno la funzione di fissarne le competenze e i passaggi, si servono di burattini timorosi solo della "confusione" ed in cerca di una sicurezza, scontata in surmenage, mancanza di orari e mobilità per tappare tutti i buchi su di un vasto, geograficamente, perimetro di "mercato". Non c'è rispetto, in questi ambientucoli, che per la piaggeria e se ne trova sempre un pugnetto, perchè di bizzeffe , date le dimensioni, non si può parlare, in figure acronimizzate, ma senza inquadramenti ed identità professionali, che non siano i demandi del padrone, per il tramite di figure abborracciate, fra le quali trovano istantanea collocazione anche gli ultimi arrivati, che cercano spesso di sottrarsi alle incombenze e ai tempi dilatati dell'impiego, cercando di delegarne la maggior parte possibile, a figure che con loro, per acquisizioni imprudenti, per età ed esperienza, per precedenti qualità professioanli sperimentate e non riconosciute, nella familistica struttura d'arrivo, con loro non hanno, né potranno avere nulla a che spartire. Si cerca di confondere assegnazioni di parcheggio, certamente ignobili e mortificanti per chi si è trovato a ricoprirle, con la cifra del ricercato, anche con metodi subdoli, cooperatore subordinato. Anche a chi è ancora in prova, anche all'ultimo arrivato. a dimostrazione della speciosità speculativa dell'ambaradan messo in piedi, spaccaiato per modello strutturato. Una situazione del genere è possibile, in queste sputacchiere finanziarie, per la piaggeria di sindacati padronali, inamovibili e senza concorrenza per intere generazioni. L'unica tutela possibile in questi contesti malmentosi, è tenere la barra diritta e valersi di un legale privato. Quello che avvelena è la constatazione del grado di mancanza di valori interiori, razionali e lucidi in queste persone, per le quali non vale il ricatto della ricercata confermabilità ( fino ad occasione migliore )o la miseria di un guadagno lontano, sempre più lontano, secondo l'dusato ed abusato metodo del randello sui finachi e della carota davanti al naso. Chi ha un'autentica e profonda formazione non ci si adatta; io non l'ho mai fatto, mi risultava impossibile e sono sopravvissuto. Quindi a meschinità si associa mediocrità ( a voler essere ancora generosi ) e di questa materia vile e sotto pagata se ne trova, come se ne è sempre trovato, un gregge. Si crea un vertice, in questo modo, omologo, nei riferimenti, alla base, autoreferenziale e ricco però l'apice che monitora il suo benessere sul lavorio incessante e continuamente risollecitato di una sottocategoria di galoppini, ora servili, ora invidiosi, la cui maggiore referenza professionale è la mancanza di dignità. E' uno spaccato, una sintesi di quel medio ceto, di media cultura, di principi convenzionali, che costituisce il nerbo della nazione, come gli agricoltori nell'antico Lazio, custodi gelosi e servili, dell'ultima modulazione della retorica padronale di sempre. Per fortuna il mondo è un po' più vario.

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