sabato 5 novembre 2016

Un buon inizio.

Giulio riposa e non "fuma" nessuno dei parenti, amici ed astanti che sproloquiano intorno a lui. Sembra aver capito che non sono lì per lui e li ignora. Un marasma di luoghi comuni riempie la stanza, una disarticolazione sulla base di una superficialità convenzionale, un rito, una festa. Mia madre ha mancato per dieci mesi la bisnonnia. Pochi giorni dopo la sua morte: l'innesco, dopo tre trimestri il cambio, la sostituzione biologica. Kg. 3,930 è scritto sulla culla, data di nascita 04/10/2016. Gli infermieri hanno sbagliato di un mese esatto. La madre è già in piedi, ma sembra reduce da una dura battaglia, da un faticoso sforzo, da mammifero, per trasformare la crisalide in farfalla, una sintesi ripetibile di trasformazione della vita, di passaggio evolutivo da una fase all'altra, in stretto coinvolgimento biologico. Il giorno prima della nascita, Giulio si agitava visibilmante e incessantemente nel ventre; non trovava la via d'uscita, anzi sbatteva la testa contro il muro chiuso delle pareti uterine della madre. Poi si è aperto lo spazio senza troppi convenevoli, costringendo la mamma a rimanere, a cose fatte, in sala parto per un'ora e tre quarti, per le normali espulsioni placentari, igienizzazioni varie e necessarie ricuciture. Durante il suo lungo lavoro di perforazione dell'antro cilindrico, rivelatosi oscuro, diventato improvvisamente inospitale, Giulio ha provato il senso d'angoscia arcana, incomprensibile, che accompagna il passaggio travagliato della nascita, un senso tenebroso da passaggio di stato, che viene elaborato, all'aperto, durante i lunghi sonni delle prime ore e che si sedimenta nella corteccia cerebrale, dalle profondità della quale continueranno a visitarci per tutta la nostra inavvertita vita, rapida, anche se ci sembrerà interminabile mentre aspireremo ai modelli adulti o mentre faticheremo nell'applicazione agli studi che accompagneranno, ma anche inganneranno la nostra crescita, fino al punto di congiunzione con la parabola discendente che ci porterà, dopo esserci riprodotti, ad estinzione. La nascita e la morte hanno apparentemente dei processi comuni: durante le prime ore, come durante le ultime, si espettora muco dalla bocca e dalle narici, gli sfinteri si rilassano senza sovrastrutture mentali di controllo. Prima di assopirsi, addormentarsi con placida, ma evidente coscienza rielaborativa, Giulio è riuscito a produrre una montagna di merda fragrante ed a pisciare addosso al pediatra che imprudentemente lo ha visitato, non appena lavato e deposto nella culla. Capita, in prossimità della morte di "sputare" il cibo rifiutato, a chi si trova, per ragioni professionali, ormai disconosciute, nei paraggi. Alle 19.45 la mamma lo ha "espulso", domani rischia di essere già a casa, per non gravare sui costi sanitari. Sono le 14,45, dopo un quarto d'ora accademico, le infermiere cominciano a gridare: Fuori, i parenti tutti fuori! Non sono ammessi ritardi. Le puerpere ritornano alla loro frettolosa condizione sanitaria. Giulio ignora il chiasso, non si fa ancora coinvolgere. Continua così.

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