venerdì 4 novembre 2016

La psicopatologia della politica.

La democrazia è contesa nell'ambito di un sistema dato, per interposta opinione. Quando vi partecipano le istituzioni, si fa lotta fra congiurati, le cui riunioni, i cui scopi, rimangono chiusi nelle ridotte dove vengono elaborati e dove sono spartiti i premi, se si risulterà vinvitori. Niente di diverso da un team aziendale o aziendalistico. Il modello è ricalcato nel riequilibrio apporttao dal F.B.I. negli Stati Uniti, nelle percentuali di successo dei due candidati, segnalando a chi di dovere che, in America, si può approfondire e procedere anche ad elezione avvenuta. La sfangò Billy, potrebbe non sfangarla Illary, ma anche Trump se risultasse effettivamente un evasore fiscale. In Italia vige sempre il gioco delle parti: il ministro Alfano sembra uscire di senno e di dichiarazione, quando propone il posticipo del referendum costituzionale e, subito dopo, come concordato, il primo ministro definisce surreale ( aveva già usato un'espressione simile, a proposito dell'avvenuta astenzione dell'Italia all'Unesco, sulla non ebraicità di Gerusalemme. Ma sono fiorentinismi d'accatto, errori premedetitati e correzioni per carpire consenso verso un apparente atteggiamento, mentre tutta la sostanza viene lasciata deteriorare. L'intervento dell'intelligence è sempre presupposto e sottinteso, ma talvolta nel gioco si inseriscono esplicitamente, Uffici investigativi, Corpi autonomi, di fatto, dello Stato, come i Carabinieri, ma anche la Magistratura che si appalesa dopo letarghi plurigenerazionali, quando si devono spazzare via i residui dei sistemi politici superati dall'evoluzione degli equilibri internazionali. Il tasso di disoccupazione, pari a zero in Germania, ha ripreso a salire in Italia, ma, sottolineava questa sera il TG5, c'è un aspetto positivo in tutto questo: sono aumentati coloro che cercano un lavoro. Il "cooperatore" Poletti, subito dopo, enunciava raggiante che dopo il Job's Act erano stati assunti "X" lavoratori, omettendo del tutto i licenziamnti che si sono succeduti a valanga, dopo il termine previsto di esenzione dai contributi e quando le garanzie stavano per cominciare a farsi crescenti. Si proseguiva con un'intervista domestica a Silvio Berlusconi, ritornato a dirigere quel che resta di Forza Italia, a ottant'anni suonati, portati con un trucco da divo, se non fosse stato per gli occhi cisposamente ( ma le cispe erano state rimosse ) socchiusi. Da un paio d'anni sembra anche fedele alla compagna non impalmata, ha ceduto il Milan ed è in competizione per la vita o per la morte con i francesi. In tanti fra coloro che gli sono stati più prossimi, a cominciare dal fratello, passando per il suo avvocato Previti, ministro della difesa, che proclamava che non sarebbero stati fatti prigionieri, terminando con il fondatore del suo movimento, Marcello Dell'Utri, studente di Storia presso l'Università di Bologna, sono tutti passati per le patrie galere; di due mogli, della prima ha fatto la sua approvvigionatrice di capitali, della seconda la sperperatrice, come se una bella figa valesse tanto. In gran Bretagna, fingendo di accogliere il ricorso di un'avvocatessa - che ha premesso empiricamente di farlo per un suo personale interesse - e di un parrucchiere, che avrebbe votato per la Brexit per richiamare e riaffermare, dopo l'esito, il ruolo del parlamento, come avrebeb detto Renzie, se fosse stato inglese, l'Alta Corte di Giustizia - quanta enfasi farisaica nel definire gli esegeti sofisti del diritto, scientifico ed oggettivo - ha sancito che l'esito del referendum è chiaro, ma che toccherebbe al parlamento, in quanto istituzione rappresentativa del mandato popolare, decidere, a prescindere, se uscire o non. In base a quali criteri e aspettative che non siano quelle, maggioritarie e popolari? Si tratta di un'involuzione interpretativa del mandato, che diventerebbe prerogativa esclusiva, insindacabile dei deputati. C'è in questo un retaggio del diritto consuetudinario e del costume feudale sul quale si basavano le sentenze e un tentativo di rimando al vincolo legale, non dei rappresentanti verso i rappresentati, ma dei rappresentati verso i rappresentanti, una volta che hanno "ceduto" loro, il potere di decidere in qualsiasi materia. Nel Regno Unito, l'elezione dei rappresentanti avviene solo per territori ed è riservata a chi vi abita stanzialmente, come nel Medio Evo: oggi, una condizione tradizionale e statica, ma molto intaccata numericamente. Tutti gli altri, quale che sia la causa del loro trasferimento in un'altra Contea o nazione, molto spesso il lavoro, ne sono esclusi. Ci sono britannici maturi che non hanno mai votato. Hanno potuto farlo al referendum. I rappresentanti delle nazionalità britanniche avrebbero un'assurda preminenza formale sui sudditi di Sua Maestà, come se costituissero un'antica Gilda o Assemblea di maggiorenti, casomai litigiosi, ma sempre maggioranza e minoranza del Re o della Regina. Ognun vede come l'influenza lobbystica penetri queste armate Brancaleone del Galles, della Scozia, ecc. A questo punto, tanto varrebbe riaffermare che la sovranità appartiene alla Corona ed alle coorti rappresentative di un consenso scontato. Una forma spaventosa, untuosa e parruccona di regresso politico e di rinuncia alla democrazia in nome degli affari di pochi: lo scopo europeo "unitario". Gianluigi Buffon, insignito del ruolo fiduciario di motivatore di spogliatoio, ha sbroccato, aggredendo i suoi compagni, alle grida di: se in Italia, quando giocano contro di noi, si scostano, in Europa questo non è mai avvenuto e non avverrà mai. per questo vinciamo sempre in Italia e quasi mai in Europa: vincemmo una Coppa dei campioni, dopo un massacro di tifosi a Bruxelles, da parte degli hooligans del Liverpool, in seguito ad un rigore accordatoci per un fallo, con scivolata, avvenuto dieci metri fuori area. La sostanza è intatta. ci ho aggiunto un aneddoto io. La Juventus aveva pareggiato con il Lione in casa propria, dopo averlo battuto in trasferta. Ebbene, non è certo il Lione uno sparring partner che possa mettere paura e, quindi, non valgono le correzioni interpretative apportate successivamente, per cui le altre squadre riconoscerebebro solo, in Italia, la loro superiorità. "il Milan e l'Inter - ha soggiunto Buffon - non si sono scostate e ci hanno battuti." Lo stesso farebbero in Europa. Quale miglior smentita della smentita ufficiale? Buffon ha fatto altre papere quest'anno, ma, dopo quest'ultima, che qualcuno ha riportato, mi sa che con la Juventus e con il calcio, abbia chiuso. Ingenuità politica che ora potrebbe ripercuotersi anche sulle sue famiglie e, se non ne amministrerà bene le conseguenze, anche su lui stesso.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti