domenica 27 novembre 2016

Quando Thanatos prevale su Eros.

In questi giorni sono in corso varie manifestazioni per impedire che la violenza specifica esercitata sulle donne, venga assorbita, senza reazioni, negli "usi quotidiani". Le statistiche non rendono ragione di un costume atavico,trasfusosi e confusosi nella rappresentazione culturale dei fatti. Un gesto disumano, che esprime il "disagio della civiltà" e che la civiltà si illude di costrastare con gli esorcismi pubblici. Nel nostro contesto organizzato, ma sovrastrutturale, la violenza assume il carattere di un concetto repulsivo, che, negli stessi termini, viene prodotto proprio dal conflitto fra natura, che, per definizione, si vorrebbe buona ( ma non è così ), e cultura ( sovrastrutturale ). Le donne buone, che, ritengo, ne siano la percentuale minoritaria, come per gli uomini, sono affettive e inquadrano il sesso, dal quale sono, egualmente agli uomini, tormentate, nell'ambito della sentimentalità che, in loro, riguarda civilmente, la vita tutta, mentre negli uomini si accompagna al senso profondo di possesso gratificatorio. Da questo, gli equivoci relazionali, la scoperta, la recriminazione, la violenza. Si pretende di superare il problema a livello sovrastrutturale, mentre la soluzione risiede nella qualità della relazione. Al di fuori dell'impegnativo contesto relazionale, non si darà luogo a pace, rimanendo soffocata e taciuta la mancanza di quella interiore, che riguarda uomini e donne. L'aspetto criminale ( sempre per noi soggetti civilizzati ) rivela comunque l'archetipo della violenza di genere, in numerose manifestazioni. Cito, a proposito, quanto accadde alla dottoressa Eva Carneiro, che dovette lasciare la cura sanitaria della squadra di calcio del Chelsea, dopo aver soccorso un giocatore che aveva subito un grave infortunio, nel tempo di recupero di una partita che l'allenatore, Mourinho, voleva vincere. Il calcio imprenditoriale è un'altra icona di violenza, con i suoi "far male" pronunciati durante le telecronache, nei commenti e nei numerosi "peana" pre e post contesa. Dovette lasciare il suo lavoro, considerato inferiore a quello del "coach". Come se non fosse bastato, da allora è oggetto di continue minacce di morte e di violenza sessuale. In questo consiste la violenza vigliacca: in morte somministrata attraverso atti sostitutivi, egualmente annichilenti. La violenza può esercitarsi solo in rapporto ad una "superiorità" fisica, ambientale, economica, di contesto e non sono esenti dall'esercitarla, anche se non in forme fisiche, bensì psicologiche, le donne medesime. Quelle che si limitano alla lamentela e alla recriminazione , che non le soddisferà mai, anche se a volte ha l'effetto di mandare in nevrosi il suo oggetto, in molti casi sono soggette alla violenza, mentre ve ne sono che anticipano il contrasto, attraverso l'aggressione psicologica, giocando su fattori nei quali sanno di essere in vantaggio. Questa, che meriterebbe una reazione, è invece una violenza all'incontrario frequentemente vincente, anche se isolante, in soggetti spesso già appartati o soli, talvolta vittime di violenze subite. Quando la Morte prevale sull'Amore ( Eros, in senso carnalmente e spiritualemnte pagano ).. e spesso accade.

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