martedì 8 novembre 2016

Italian export.

L'Italia non deve godere di grosso credito se il Presidente della Commissione europea, Junker, se ne esce con un sonoro e gergale: "me ne frego!" alle ripetute - troppe per essere credibili - intemerate di Matteo Renzie, circa il raddoppio clientelare ed elettorale delle spese preventivate e circa le sue negoziazioni, senza interlocutore, fra le poste delle dinamiche comunitarie. L'edilizia scolastica - bisognerebbe mettere in sicurezza antisismica tutte le abitazioni italiane, quelle sarde escluse - e l'onere per le migrazioni ammonterebbero al 0,1% del PIL e non dovrebebro essere sovrastimate da un contabile burlesco. Insomma, la tracotanza che esercitava a Firenze, quando mandava i suoi scganozzi a rimuovere i cartelli che ne denucnaivano l'assenza e le carenze d'intervento, in Europa non fa un baffo a nessuno. E giù cifre: l'Europa finanzierebbe già, tramite il Fondo di solidarietà, molte iniziative contemplate e straordinarie ed altri 340mln di euro extra sarebbero a disposizione, ma non sarebbero stati richiesti. L'Italia, dunque, non conta - e Renzie lo sa bene - una beata sega, né sul continente, né internazionalmente, se è vero che, dopo sette bienni di cooptazione nel ristretto nucleo dei Paesi che fanno parte del Consiglio di sicurezza dell'ONU - dove comunque non contava per niente - è stata estromessa appena qualche mese fa ed ha ripiegato su un'alternanza di un anno, a rotazione, con i tre Paesi bassi: una presa d'atto della propria inadeguatezza, una riaffermazione di voler stare nel gioco, per mediare le proprie deboli posizioni, gioco che - sembra - Renzie voglia applicare anche in Europa, ricevendo l'apprezzamento e la preoccupazione che sappiamo. L'Unione europea. pur con le sue buone ragioni contabili, si conferma un "rassemblement" monetario, un fortino contro la tempesta finanziaria e chi non sta al gioco, quali che ne siano le sue nazionalistiche ragioni, si può accomodare. Saranno solo i Paesi in ordine a darsi man forte. Sbraitando contro la Commissione di Bruxelles, Renzie riconosce la deboelzza strutturale del nostro Paese, le cui istanze sono troppo incistate da favori e aggiustamenti, per poter diventare serie ed ascoltabili, ponendoci da soli e di fatto, ai margini del progetto, per noi titanico. Per cui delle minacce di Stenterello - ed è la prima volta che si usa questa espressione italiana, ci se ne può bellamente fregare.

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