sabato 12 novembre 2016

La paura di perdere il protettore.

Per i prossimi due mesi la polemica preventiva contro Trump monterà e riempirà le pagine, trascurate, dei residui quotidiani cartacei. E' la cartina di tornasole dell'esistenza e dell'influenza delle lobby che si coalizzano contro lo sconosciuto, ben liete di irretirlo, pronte a cava lcare tute le proteste e ad alimentarle, se continuerà ad agire in proprio. Il mandato l'ha ottenuto ed è un mandato egemonico: contro di lui, dall'estero, non potrà essere armata la mano di un sicario - potrà invece avvenire dall'interno - gli squilibri dinamici del mondo occidentale potranno subire un brusco arresto e proiettare all'esterno i suoi amministratori. L'europa, se vorrà valersi dell'aiuto americano, dovrà contribuire in misura adeguata, in termini di spesa, alla sua tutela militare, ipotesi irrealizzabile, tranne alla condizione che la Germania ne assuma l'onere maggiore e la Franccia presti le sue atomiche. Ma si riproporrebbero le solite insuperabili contese su chi debba contare di più: la ricca Germania, ridotta nuovamente a pagare i conti o la velleitaria Francia, potentemente armata. L'Inghilterra sarà il partner privilegiato di Trump e Theresa May la prima ad essere ricevuta alla Casa Bianca. L'Italia ha tolto la bandiera europea dallo studio di Renzie e ha subito offerto la sua devozione, nonostante che, alla vigilia, il rignanese avesse espresso la sua preferenza - da sondaggi - per Hillary, nella logica della continuità. Le lobby di tutto il mondo continueranno a blandirlo, mentre lo aggrediscono verbalmente, fiduciose nella sua, almeno parziale, omologazione. Lo stesso dicasi della Chiesa cattolica che, a parte il Papa, è, in grande maggioranza, a favore di Trump e dei Repubblicani, a cominciare da quella statunitense, anche se Trump non è cattolico e la sua condotta è del tutto aliena dalla morale cattolica. Trump potrebbe facilitare il nazionalismo di destra degli Stati baltici e della Polonia. Trump potrebbe fare e disfare molte cose, ma ha detto di volersi finalmente occupare di quello che conosce meglio: l'economia del suo paese e bisognerà attendere ed osservare criticamnte le sue mosse e non fare come quei tifosi che insultano il prorpio chairman o presidente, quando non spende troppo per il loro divertimento. Se si è impossessato del team l'ha fatto a benificio suo e i suoi atti societari gli andranno intestati esclusivamente. Serpeggia una gran paura di perdere il protettore, scaturito da un voto non rischiesto secondo la vulgata mediatica di un consorzio transnazionale d'affari.

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