lunedì 31 ottobre 2016

Speriamo che il Vesuvio prolunghi la sua pausa.

Non è per girare il coltello nella piaga, ma anche oggi il buon rignanese ha ripetuto che tutto sarà ricostruito, aggiungendo che le risorse ci sono, ma non le ha specificate. Niente tende, sotto la neve! Vorrei vedere, ma, intanto, ne sono state apprestae di collettive, camerate con riscaldamento autonomo, per così dire, umano. Gli sfollati anziani o malati sono in albergo, ma non ci resteranno per molto. Sono convinto che, sul campo, Vasco errani fa tutto quello che è in suo potere per arginare e fronteggiare la situazione e che metterà a contributo gli ottimi - anche se non hanno portato, dovunque e in ogni caso, la situazione allo "statu quo ante" risultati esperienziali, ottenuti nella sua regione. In ogni situazione esistono stati materiali non modificabili, non sostituibili e, quale che sia chi paga, economicamicamente da valutare e spesso non sostenibili, se ci si propone di rimuovere una realtà avversa, come se non si fosse manifestata, distruggendo il frutto del lavoro e del reddito prodotto nel corso delle generazioni. Anche perchè, Bruxelles ha replicato alla lettera di bilancio dell'Italia e l'ha catechizzata come non idonea a mantenere sotto controllo la situazione dei conti. Era stata redatta prima del sisma. Comincerà adesso un carteggio fra le parti: in precedenza simili giudizi si erano già verificati e se non hanno mai portato a censure e a procedure d'infrazione, è stato perché, spostando le poste sullo scacchiere, la Commissione europea ha sempre ottenuto, almeno parzialmente, i suoi scopi, restringendo il reddito dei cittadini dei Paesi che non reggono il cambio con il debito e l'economia reale. La sorte rovinosa, come quella di un terremoto, toccata alla Grecia - che a differenza della Gran Bretagna è stata costretta a restare in Europa, forse senza mai proporsi, levantinamente, di uscirne - è lì a dimostrare, rimossa e ignorata, in che condizioni, "rebus sic stantibus", ci si possa ridurre sotto l'occhiuta imposizione della burocrazia sostenuta dai Paesi forti, uno in particolare. Insomma, dopo la fine della seconda guerra mondiale, con il dissolversi della contrapposizione fra i blocchi e la riunificazione tedesca, non si fanno più sconti a nessuno, ma si può convenire di allungarne e diluirne l'agonia: quella che aspetta i poveri terremotati. L'Istituto nazionale di geofisica, se ne è uscito oggi con catastrofiche previsioni telluriche: è presumibile - dice il cenacolo di scienziati istituzionali - che l'energia sprigionata in questi giorni, come negli ultimi anni, sia inferiore a quella potenziale che, su base statistica, dovrebbe, fra non molto, riproporre il terremoto di Messina del 1909 e quello dell'Irpinia del 1980. Mi è sembrato un mettere, ipoteticamnete, le mani avanti: il tratturo geofisico e comunitario, va preventivato come molto accidentato. Speriamo che il Vesuvio, almeno, dorma ancora per un po'.

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