sabato 1 ottobre 2016

L'estetica camorrista.

Le gallerie d'arte private dei capitalisti di tutto il mondo sono uno dei beni rifugio a cui ricorrono in caso di altrimenti imprevedibili rovesci economici e una ottima fonte di diversificazione e riciclaggio di denaro. In questo, si trovano in sinergia con la malavita di tutto il mondo, anche se non vengono direttamente in contatto con la medesima: la filiera dell'intermediazione è un diluente, non irricostruibile, ma interminabile nella scomposizone dei suoi elementi; un po' come le fusioni societarie. Ebbene, due piccoli quadri di Vincent Van Gogh, rubati anni or sono dal Museo di Amsterdam a lui intitolato, sono stati recuperati casualmente dalla guardia di finanza. Secondo me non è stato un caso che ad intercettare le due opere, custodite in una cartelletta di pelle, si sia arrivati nel corso di un'indagine sui capitali nascosti e trafugati, dei quali la camorra si fa mediatrice a percentuale e fra i quali i due dipinti sono esattaemnte dove devono stare. Un grezzo capo bastone se li teneva in casa, non per rimirarli od appenderli, ma in attesa di una chiamata veicolatrice, come quelle arcane che vengono dall'altissimo. Alcune memorie hanno dato notizia di stanze arredate con reperti artistici, noti e catalogati, ma spariti dai luoghi pubblici di custodia, in una coerente concezione della privatizzazione dei beni tramite rapina dei diritti comuni, anche se non da tutti - anzi - apprezzati. Io stesso ebbi nozione, da mio padre, che per rettitudine, cultura e personalità, era l'opposto di un fanfarone, della presenza nell'abitazione di un noto pittore bolognese di un Guercino rubato e mai più ricomparso. Costui era anche un compratore e presumibilemnte un mercante di "falsi d'autore" ufficiali e dotati di un proprio, autonomo mercato. I Musei privatti, dunque, pullulano di grandi opere trafugate dalla criminalità specializzata, manovrata dalla cupola superiore, commissionati dai detentori, oltre che del denaro, anche di un potere transnazionale di influenza, anzi d'imperio, su quello che retoricamente si suol definire il bello, accaparrato e messo da parte in funzione del suo valore venale. Anche i più grandi Musei pubblici, che si sono valsi delle razzie degli eserciti nazionali, partecipano, sotto traccia, al mercato criminale: diverse opere sono passate, lungo vie tortuose e dopo molto tempo, da un Museo all'altro e a nulla sono valse le denunce, le lamentele, le rogatorie internazionali, intorno a materie sulle quali i giudici sono - come in molti altri casi - incompetenti e goffi. I due piccoli Van Gogh rappresentano una tormenta su una spiaggia nordica, a mio gusto bellissima per la resa integrata di limacciosità, ventosità e colori crepuscolari, nei quali i personaggi appaiono confusi come in una raffigurazione per la Divina Commedia di Doré e l'abbandono di un convento da parte di una comunità religiosa, in seguito alle riforme del culto ed alle guerre di religione. Di quella comunità, in qualità di predicatore, faceva parte anche il padre di Van Gogh. Turbine e sentimento di una sfolgorante "anima minore", secondo certe logiche, ignota agli opachi fagocitatori di ogni risorsa, per negarla a chi potrebbe apprezzarla. In alcuni casi e a pagamento, la pinacoteca di famiglia viene inviata in tournée o appaltata ai Comuni, come quella degli Agnelli, al Lingotto di Torino, dove più della metà del prezzo del biglietto d'ingresso, va alla famiglia.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti