mercoledì 19 ottobre 2016

Quando il confine è mobile.

Campo profughi: traduttrice violentata da un rifugiato-infoiato sotto la minaccia di un coltello. La retorica del povero migrante cede il posto a quella dell'uomo brutto, sporco e cattivo che non vede altro che un corpo troppo prossimo nella nobile figura di una coadiuvante. La cronaca dei trasporti, via gommone, è fatta anche di violenze consumate su donne, alla partenza, e bambini soli nei centri di raccolta di origine e di arrivo. Il mondo dei viaggiatori senza riferimenti si porta dietro tutte le miserie e le tristezze che sono degli uomini. Anche nei campi di sterminio nazisti - racconta Primo Levi - nelle camerate, anche la notte prima delle esecuzioni con il gas, c'era chi si abbandonava ad atti sessuali, mentre altri pregavano e alcuni si ripiegavano nel silenzio più cupo. Nelle carceri, la predazione omosessuale è la norma, anche nelle sezioni femminili, ignorata dai secondini per quieto vivere. Tutte le retoriche sono rimozioni e strumentalizzazioni della realtà, non costano niente e possono indurre ad una pressione impropria sui pavidi politici, spaventati dalle rilevazioni di consenso, prevalentemente di un tipo a sinistra, di un'altro, opposto, a destra. Questa è la ragione unica di certe prese di posizione " di costume " e di talune forme di legislazione, per altro conformisticamente imitative, nell'ambito europeo. La sventura occorsa ala traduttrice non è la prima, fra i "civilizzatori" accoglienti: due anni fa era capitato ad un'ottantenne siciliana ad opera di un diciottenne sbarcato da poco, che aveva facoltà di uscire per qualche ora dal centro di accoglienza-raccolta. Non c'è solo il sesso, per altro compulsato e la cui esigenza è vigorosamente avvertita da persone giovani e spesso abusato in promiscuità , senza che i criteri di custodia, che, per molti versi, assomigliano ad una detenzione, tengano conto, anche nelle strutture carcerarie, di queste diagnosticabilissime eventualità. E' una sottovalutazione grave, una rimozione, che si traduce in disinteresse colpevole, verso dinamiche scontate e delle quali le situazioni di convivenza costretta devono organizzativamente tenere conto, praticando una scientifica sorveglianza, perché la prepotenza e nient'altro si consuma, in ogni contesto, sui più deboli, caratterialmente meno bruti, che uno Stato evoluto deve tutelare. Gli uomini, sottratti per qualche scopo propagandistico alla condizione animale, vengono confusi in ideologie, parole d'ordine, poesie e vulgate, sociologia giornalistica e artistica raffigurazione-trasfigurazione, ma, in ogni condizione si diventa icone in rapporto ad altre, descritti manieristicamente, rimodellati ad uso ufficiale, nella trascuratezza di un intervento utile, effettivo, lasciati alle dinamiche meschine e nascoste dalla negazione aprioristica. Poi, icone diverse e specifiche, individuali e separate, superano inavvertitamente confini, aree riservate e d'influenza, intersecano il terreno altrui e, sovvertendo i canoni d'appartenenza, ne sperimentano la "mala" sorte. Questo sconfinamento è il motivo dell'ipocrita turbamento ufficiale.

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