giovedì 27 ottobre 2016

Rimedi per la fine dei tempi.

L'Italia centrale ricrolla e, come i profughi di Gorino, gli sfollati di questa violenza naturale, che scuote le presunzioni della cultura degli uomini, chi aveva perso casa e si era riaccasato poco più in là, la riperde, inseguito nelle sue peregrinazioni, in questo caso, nei paraggi. Ai nomadi in arrivo si aggiungono altri quattromila alloggiandi: "non passeranno l'inverno nelle tende". Mi pare ovvio; lo passeranno in un container, per il quale(i) sono stati stanziati quaranta milioni di euro. In un anno e mezzo ne ha investiti quasi tre volte di più Joey Saputo per allestire una società sportiva - la sua e solo la sua, perché l'ingenua passione popolare è solo la claque - in lenta evoluzione immobilare e tecnica, che per ambiti molto più ristretti e un programmato rilancio stabile, richiederà dieci anni dall'origine. Tanti, quanti ne occorrerebbero per ricostruire L'Aquila e, adesso, le aree marchigiane e umbre, desertificate dal terremoto. Ma i residenti che "non se ne vogliono andare", nel ricordo di sensazioni spente per sempre, oziosamente in fiduciosa aspettativa non avranno altro che i container, perché non c'è incremento di valore, né presente, né futuro, fra quelle macerie, dove anche la stanca rendita dell'acquisito si è improvvisamente dissolta. Quando la cronaca smetterà di indurre sentimenti di stupefazione e di sentimentalità solidaristica che non avrà nessun seguito, sulla triste condizione dei "rifugiati" si stenderà la coltre del silenzio. Eppure, l'entità e l'estensione territoriale del fenomeno distruttivo si fa ampia, separa in due l'Italia come mai la Lega era riuscita a fare, crea un limitare naturale fra zone prospere, meno o per nulla prospere, con in mezzo una terra di nessuno, "riparabile", in parte, solo attraverso le attività economicamente lucrose che, su di una base pari a zero, saranno appaltabili. Sembra un'emblema dell'Italia sotto schiaffo dell'Unione europea e in balia degli eventi. L'unico terremoto contrastato e contraddetto è stato quello friulano, dopo il quale, gli abitanti si industriarono come muratori, capentieri, fabbri, idraulici e ingegneri e riedificarono da soli quanto era stato dissolto. Fu un'immagine di una parte d'Italia disillusa e a-clientelare, che sapeva di non potersi aspettare niente da quell'altra Italia, delle speculazioni. Aspetteranno la manna dal cielo, umbri e marchigiani? In buona parte si e, si sa, che la manna cade solo alla fine dei tempi.

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