lunedì 3 ottobre 2016

L'insostenibile leggerezza e gravità dell'essere.

I frontalieri italiani, dalla Lombardia al Ticino, da molti anni hanno scoperto la maniera di farsi pagare profumatamente, per gli standard italiani e, avvalendosi del divario fra il costo della vita nelle due pur limitrofe regioni, svolgono la loro attività in Svizzera, che, se è qualificata, comporta loro cespiti impensabili sui patri lidi. La Lega ticinese, l'UDC, la più xenofoba ( tranne che per i gestori italiani di case di tolleranza ), dopo una campagna martellante, durata anni e basandosi su un sentimento reale dei residenti italofoni, hanno indetto e vinto un referendum: basta con i frontalieri, il lavoro agli Svizzeri, alle tariffe svizzere. Gli stipendi, appena oltre confine, lievitano, per noi e si attestano per gli indigeni su percentuali reali di cinque volte superiori alle nostre, con un welfare di primordine e farmaci gratuiti per tutti. Il resto della vita, però, costa proporzionalmente ai redditi medi ed è evidente il timore di un depauperamento di fatto, nel tempo, delle retribuzioni nel Canton Ticino, favorita dallo speculare e contrario interesse degli imprenditori di qualsiasi genere, di ridurre i costi e aumentare in loco i ricavi. Ecco che, al mercato nomade, corrisponde l'avidità stanziale e, in questo caso, per contrappasso, la corsa al soldino dei confinanti, del tutto simili alla fanciulla aggredita dal casaro, risarcita da Sancho Panza, Alcalde di paese e riaggredita, sempre dal casaro per riprendersi i soldi. Nel secondo caso, l'aggressore non era riuscito nel suo intento per il forte interesse contrario della ragazza. ( Don Chisciotte della Mancia ). i frontalieri italini di oggi non sono, provenedo dalla ricca Lombardia, dei poveretti, come i nostri emigranti del dopo guerra, che dovevano sostare alla frontiera, per ore, per sottoporsi alle radiografie di accertamento della TBC, del film "Pane e cioccolato", pur di qualche decennio dopo, intepretato da Nino Manfredi, in un caleidoscopio di multiculturalità povera, come fra le flottte e le falangi terrestri dei migranti attuali, sono persone informate, che cercano di speculare sul "cambio" e che fino ad ora ci sono riuscite. Ecco che un agguerrito e particolaristico tribunato dei redditi adeguati alle spese locali, si erge a difensore dei corsi retributivi, contro gli speculatori ribassisti, violatori dei confini, ecco un esempio della difesa, in questo caso delle retribuzioni, ma in molti altri delal rendita, dell'acchiocciolamento egoistico, della volontà di serrare le file contro i portatori di "dissipazione salariale, che potrebbe intaccare tutto quanto precede. Chissà se l'UDC o ch per lei promuoverà mai un referendum contro i numerosi agenti di cambio e operatori borsistici italiani che hanno trasferito, in tutto o in parte, tramite collaboratori, soci in affari o parenti, la loro attività precipua proprio in Ticino? Ma di domande inutili e retoriche non vale la pena di aggravarsi.

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