giovedì 30 giugno 2016

La nebbia si dirada, ma la vista non è rassicurante.

Mentre Renzie, in conferenza stampa, molto abbacchiato, si lagnava della scarsa flessibilità verso le nostre banche, aveva pure in tasca una concessione semestrale di garanzia statale, che consentirà all'Italia di mettere a garanzia delle eventuali insolvenze degli istituti di credito, centocinquanta miliardi di euro, sottratti al suo bilancio che, lungi dal morigerare le spese di rappresentanza, incideranno ancora di più sulla sanità e sulla previdenza, già oberata da una massa abnorme di indennità di disoccupazione da erogare. Eppure, pur essendo il rignanese un fingitore, la sua mestizia mi sembrava vera, come se si lamentasse, in cuor suo, di una concessione insufficiente a fronteggiare una situazione che lui conosce bene. Del resto, la concessione ad utilizzare le proprie risorse per puntellare non le banche, ma i loro creditori, per evidenti ragioni elettoralistiche e di contrasto al fronte del "No" alla deforma della Costituzione, su cui ci si pronuncerà ad Ottobre, durerà da domani al 31 Dicembre, poi decadrà. Bisognerebbe dunque affrettare il disvelamento delle insolvenze reali in pancia alle banche e garantire, a fondo perduto, i depositanti. Poi, ci sarebbe bisogno di ben altra flessibilità per gestire in futuro una situazione compromessa in termini non ancora resi noti e continuare a garantire i soliti interessi particolari, cioè le clientele. Rabberciate le perdite degli speculatori delusi, bisognerebbe demandare le banche mal messe ai Fondi, che potrebbero, per riportarle in condizioni di redditività, licenziare discrezionalemnte. Lo Stato italiano che spende in media 840 mld di euro all'anno di cui 500 in assistenza sanitaria ed in previdenza, pur incidendo ancora restrittivamente su questi servizi, vedrebbe quasi azzerarsi le sue disponibilità, al netto delle spese burocratiche, politiche, amministrative. militari e giudiziarie. L'aiuto al malaffare di tante banche e il sollievo arrecato, attraverso un altro temporaneo Fondo di garanzia, costerebbe ancora molte sofferenze a dipendennti e famiglie incolpevoli e compenserebbe la bulimia speculativa dei clienti che sono in grado di depositare sistematici accantonamenti; non molti, soprattutto in queste more. La strada si fa impervia, la qualità della rappresentanza sconsolante ( lo era, però, anche quella paludatamente schienata di Mario Monti )i rischi per il reddito ed anche la democrazia sostanziale ancora più prossimi ed individuabili.

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