sabato 11 giugno 2016

La marginalità bipolare.

Con il reinsediarsi di un modello gerarchico ( sempre più ristretto ) con i suoi crollari d'esclusione e d'iniziazione per chi aspira, attraverso l'affrancamento culturale, a farne parte, tornano ad essere praticati i riti del sadismo festoso studentesco. La festa delle matricole, che offriva corse in mutande sotto i portici di Bologna, ma anche smorza candele accese con l'ano e il lancio, in pieno inverno, nella fontana del Nettuno, delle commesse della Standa ( allora ) che andavano al lavoro, stenta a riprendere i suoi fasti arbitrari, ma, ristretta in piccoli cenacoli, si ripropone, senza più contributi dei commercianti, in itinere, per così dire, verso appartamenti privati o pubblici esercizi, prenotati esclusivamente da chi può permetterselo. Nei colleges, una forma di Università privata d'indirizzo non esclusivamente culturale, il percorso degli esami non contempla solo la verifica delle conoscenze, ma l'assimilazione, all'ingresso, dei ragazzi da omogeneizzare e con i quali costituire in futuro un clan, una loggia o un comitato para-confessionale d'affari. Ma, forse, qualcosa è cambiato anche dentro quelle mura oppressive. All'interno del Collegio Borromeo di Pavia, - fondato da San Carlo Borromeo, cugino di Federigo, l'Arcivescovo di Milano, fra i personaggi dei Promessi sposi durante la descrizione della peste, entrambi nipoti di Pio IV, in una filiera dinastica e di potere in cui perdersi, tranne che per loro, costretti e privilegiati all'interno della medesima, come i sadici discepoli - pochi, pochissimi collegiali hanno avuto la personalità di denunciare le sevizie alle quali sono stati sottoposti, per un anno intero, al loro esordio presso quell'Istituto "meritocratico" ( un'altro degli slogans di copertura di un dato mondo del privilegio e dell'arruolamento ). Uno studente del quinto anno della facoltà di Giurisprudenza, visibilmente scosso, ha reso testimonianza allegorica e concettuale, per il cronista, delle ignominie alle quali era stato sottoposto, suffragate da inginocchiamenti e prosternazioni ai suoi aguzzini. Mi torna alla mente la sottomissione imposta, attraverso inginocchiamento, di un allievo del primo anno, attratto dalla contestazione studentesca pubblica, da parte di una professoressa che ne subornò la fragile personalità, imponendogli di inginocchiarsi..di fatto davanti a lei. La scuola era pubblica, ma il liceo esclusivo. Questi costumi sono del tutto analoghi a quelli praticati nelle caserme nei confronti delle "spine", che, per fortuna non ci sono più, sostituite dai coscritti a pagamento, verso i quali, almeno all'inizio, fino a che non replicano un comportamento criminale da dominatori, immagino che le mortificazioni "formative" siano la regola. In ogni ambiente di questo tipo, compresi e non diversi i quartieri e i cortili della camorra e della mafia, vige la rimozione, l'omertà e, se scoperti, la svalutazione o la ritorsione inversa, attraverso apprezzamenti ingiuriosi che rivelano, per contrasto, la mentalità assolutoria verso se stessi di chi si compiace delle sevizie che mette in atto. In realtà, il modello gerarchico, nelle sue espressioni private, fuori dai minuetti e dalle formalità pubbliche, esprime un pensiero profittatorio riconfermato e trasmesso, mascherato e mistificato da ogni costruzione concettuale involutiva e "giustificatoria", alla quale gli studi preclari possono contribuire a fornire elementi illustrativi, dibattimentali, non espliciti. Lo stesso Rettore del Collegio di Pavia, un religioso, comodamente assiso su di un divano, con le gambe accavallate, con tono di voce impostato, riferiva di aver sentito parlare, da terze persone estranee ai fatti riportati, di situazioni esecrabili e che, quando aveva chiesto spiegazioni a singoli accusati di essere autori..di reati - espresione rimossa - si era trovato di fronte a negazioni o ad attenuazioni. Non aveva ritenuto di approfondire, ben sapendo che avrebbe scoperchiato il pentolone degli abusi multigenerazionali e preoccupandosi solo della Istituzione su cui comodamente campava. Anche la "lucidatura?", chiedeva l'impertinete intervistatore: "Eh si", purtroppo, forse, ma" sospirava in chiusura. La lucidatura consiste nel "lucidare" con lucido da scarpe, l'intero corpo del suppliziato, soprattutto se riottoso a subire altre umiliazioni. E le cinghiate e via descrivendo? Ah... Gli altri studenti, non denuncianti, hanno spesso un atteggiamento giulivo, quasi implicitamente derisorio e, pur ammettendo che sussistono fenomeni di "goliardia", ne ascrivono la funzione alla creazione di un gruppo, all'interno di un mondo chiuso, negano di emarginare in maniera incontrovertibile chi, trovatosi in un contesto inaccettabile, si ribelli e si rifiuti, mentre l'emarginazione lamentata sarebbe solo un'autoemarginazione. Si trata solo di stabilre i margini.

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