domenica 19 giugno 2016

Le apparenti, diverse modalità del rito.

La ritualità nasconde sempre una Koiné, che le adattate riedizioni culturali dei sapien(te)s in società hanno alterato in alcune delle sue forme ed a cui hanno attribuito significati convenzionali per riadattarle alla comprensione comune, nell'ambito del sistema che sulle convenzioni si giustifica e si ripropone. Si giustifica e ripropone omettendo ed accantonando la violenza su cui si basa e che si manifesta, istituzionalizzata, di momento in momento, di scopo in scopo. Non entro nel merito dei significati che si attribuiscono a questa violenza statale , ma so che ne esistono molte altre: ambientali, di gruppo d'interesse, culturali, religiose e via sottilizzando, che, se restano nell'ambito dell'accettabilità implicita non vengono denunciate, né perseguite, anzi, finiscono per ritorcersi su chi, equivocando il contesto, le denuncia. E' in questa chiave che interpreto i sempre più frequenti gesti assassini che ogni giorno, ogni ora, vengono illustrati dai gazzettini, sempre più on-line e sui quali ci si sofferma più o meno a lungo, a seconda dell'incidenza che si vuol loro attribuire su vicende, più spesso contese, in corso. La deputata inglese, uccisa da un suprematista bianco a Londra rientra nel novero delle vittime sacrificali. Delle vittime acrificali assunte in assoluto; come i martiri dell'Islam? No, delle vittime sacrificali di un pretesto generalista, come i diriti umani in tutto il globo, ai quali si è opposta la convinzione fanatica del suo opposto. Se non fosse stata fanatica non si sarebbe espressa in un gesto individuale. Questa società liquida vedrà aumentare sempre di più questi gesti, pur già tanto diffusi, ce ne sono già stati i prodromi nell'immaturo piacere di distruzione a distanza dei sassi dai cavalcavia, negli omicidi ereditari o semplicemente "liberatori" di genitori e fratelli, nei quali si sono distinte le ragazze, se in coppia, quali ispiratrici e i maschi figli "unici". L'omicidio seriale e gratuito, tranne che nella psiche "oggettivante" dell'autore è improvvisamente diventato un fatto consueto, ha, per così dire, a sua volta, un'acquisita organizzazione interiore, che lo porta all'esclusione sociale, all'interno di un'altra potenziale società che non è costituita da gente apparentemente integrata, nella cui apparenza trarre i propri adepti, lontani o scollegati fra di loro, cioè senza ruoli comodi o accomodanti al suo interno e che, in una percentuale irrilevabile e non analizzabile caso per caso, coltiva un virus attenuato della stessa specie. In codesto contesto esistono diversità evidenti fra la componente maschile e quella femminile, con sprofondamenti poco rilevabili nel contesto relazionale pubblico, drammatiche e insopportabili in tanti contenitori privati, nei quali la donna è spesso, ma non sempre, vittima. L'omaggio ai propri simboli o contingentemente avveriti o riavvertiti come tali, quando è osteggiato, si conserva, si aggrega in associazioni, si esprime in esplosiva semplificazione, come i gesti della criminalità con scopi economici e obiettivi concreti, come l'azione dello Stato che, lungi dall'avere una strategia definitiva nei confronti dei fenomeni denunciati e perseguiti, si propone spesso di "coprire" manifestazioni approvate, lucrose e incentivate. L'assurdità del vivere si è trasferita da tempo nei sacrari dell'oggettività conformistica e ne ha sconvolto le semplici equazioni, non ha provocato - non lo penso affatto - i gesti anarchici, disorganizzati e, a modo loro romantici ( il romanticismo tedesco allignava anche fra i nazisti ) dell'assassino che incontri per strada o di chi ti sferra semplicemente un pugno incrociandoti, ma li ha messi in circolo, sinergizzati, senza disporre di un vaccino.

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