lunedì 6 giugno 2016

Una labourista in Consiglio comunale.

Mentre i due contendenti a Sindaco, usciti al ballottaggio nel Comune di Bologna, si scontreranno un po' ebbri per l'inaspettata contesa, nel pieno della canicola estiva, sostenuti solo dai loro comitati elettorali, casomai fusi, rifusi, rimescolati con varie e vane promesse, più a destra che nelle residua sinistra portatasi sul centro, Emily Clancy aspetterà solo la prima riunione dell'organismo, all'interno del quale sarà la più giovane fra i consiglieri, forte delle sue mille preferenze. Pare che questo avverrà se il vincitore sarà Merola, per il quale il partito di Emily non si impegnerà, mentre in caso di vittoria della leghista, toccherebbe solo al particolaristico candidato-sindaco di lista. Strana democrazia, dove "tutto si tiene". Emily si è cimentata per una lista juslabouristica, lei che è fresca dottoressa in Giurisprudenza presso l'Alma Mater e studentessa di Human Rights Law, Anti Discrimination Law, Comparative Public Law presso King's College London. Con mille preferenze ha stracciato tanti altri candidati "politicamente" più scafati e, insieme al suo capo lista sarà probabilmente la voce dell'unica opposizione nel buiolo consociativo del "si salvi chi può". Si è proposta in un piccolo movimento civico di sinistra, rischiando l'emarginazione, solo perché non è e non è diventata renziana. Si apre adesso per Emily un percorso irto di trappole e di sabbie mobili, di fulgidi esempi fancazzisti, rappresentanze di bottega e, fin da domani, di colpi bassi sferrati da tutte le direzioni, variabili e ricomponibili. Auguri, soprattutto di non lasciarsi riassorbire nella mediocrità dell' "hic manebo optime". In questo, la sua origine internazionale potrà esserle d'aiuto e potrà beneficiarne, pro tempore, la qualità del dibattito, spesso imperniato sull'autoreferenzialità del prorpio ombelico. Sinceramente, non ero convinto di votare per contendenti così poco caratterizzati, tranne che dall'atavico trasformismo, che trova accoglienza ed "imprimatur" negli ambienti apparentemente più incongrui. Poi Pietro, in occasioni precedenti e infine in prossimità della porta di casa, sdraiato sul divano a studiare, dopo che il fatello mi aveva aperto la porta in mutande, mi ha convinto alla scelta futuribile. Quella di Pietro, infatti, è una buona referenza.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti