mercoledì 29 giugno 2016

Il realismo amorale.

Alle porte dell'europa, anzi alla Celeste Porta, la guerra ( mi rifiuto di chiamarla terrorismo ) ha colpito ed ha colpito dove l'emozione per le vittime ben vestite e satolle e l'enfasi per le architetture di contorno distrutte, affratellano nello sdegno commemorativo per le vittime anonime che, in altre e concrete circostanze ci sarebbero apparse forse antipatiche o comunque estranee. Se, con un minimo di memoria storica, inanellassimo i colpi inferti alle infrastrutture internazionali, ma anche nazionali e fossimo capaci di interpretarli, avremmo un quadro realistico della lotta politica fuori dai parlamenti. Quello turco, ma anche quello italiano, sono da tempo sotto tutela e, per quanto attiene al parlamento europeo, sarà, d'ora in avanti, una parassitaria istituzione filo-tedesca, se vorrà mantenere gli stipendi. La posizione della Turchia è più che mai ambigua, ma scopre, per contrasto, per reazione chimica, gli intrighi occidentali, europei e della NATO. Poco c'è mancato che, in Siria, quest'ultima entrasse in conflitto con la Russia, che portava in loco il suo contributo al mantenimento di un acquartieramento navale di importanza strategica e che, per farlo, ogni tanto bombardava l'ISIS. I turchi, invece colpivano a man salva, senza, cioè, nessuno che li denunciasse, i combattenti curdi, ancora una volta venduti all'occidente, ma invisi si Turchi, come già gli Armeni e i Greci autoctoni. Per quest'ultimo motivo, i due paesi della NATO, hanno combattuto guerre sotterranee e palesi e per questo l'isola di Cipro è divisa in due, metà in europa e metà in Turchia. Ma i turchi reggevano per undicimila chilometri, il confine con il Patto di Varsavia, mentre oggi chiudono il confine alle migrazioni via terra che cercano di attraversare i balcani. Non certo di fermarvisi. In più, la Turchia detiene la posizione di "nazione più favorita" nei confronti dell'europa, cioè della Germania che ne supera con disinvoltura, ignota ai Pesi PIGS, ogni sorta d'incongruenza con l'europa comunemente intesa e può permettersi ogni sorta di contraddizione interna e non, fino a che questa situazione persisterà. In questo scenario di falsità evidenti, ma rimosse, l'aeroporto internazionale di Istanbul, dove un paio d'anni fa si "suicidò" una giornalista d'inchiesta inglese, anche per la storia spionistica che ha rivestito "la Città", rappresenta il palcoscenico più indicato. Le lacrime di disperazione sarebbero state anche le mie se vi avessi perso delle persone care, ma nessuno le avrebbe viste e condivise se lo stesso lutto mi avesse colpito in qualche ridotta strategica del mondo. Guardavo ieri sera la rivisitazione cinematografica di Ustica, nella quale venive sottolineato che i caccia libici, quando c'era ancora Gheddafi, fra i nemici principali degli Stati Uniti, perché aveva osato, per lunghi anni, sfidarli, andavano a rifornirsi di carburante in Jugoslavia e sorvolavano lo spazio nazionale italiano, principalmente in Calabria, sotto la sagoma degli aerei civili, fino a che furono scoperti. Il resto è menzogna e propaganda.

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