domenica 29 novembre 2015

Malattie recidivanti

Domani si riaprirà a Bruxelles , l'ennesima sessione di ammissione della Turchia nel perimetro dell'U.E. I Turchi e, men che meno la Turchia del neo sanfedista Erdogan, hanno titoli, che non siano ex imperiali, per entrarvi. Un'accozzaglia di Stati, uniti solo dagli affari e già impegnati in guerre nazionalistiche, ovunque il passato coloniale li richiami e dovunque s'intravedano interessi particolari, non può permettersi l'invadenza di un grande Paese allogeno, preponderante rispetto a molte altre nazioni, sul piano militare e già impegnato in strategie neo egemoniche su una vasta area strategica del mondo e, per questo, in conflitto con un'altra grande potenza neo inperialistica, su di un territorio conteso: la Russia. Se entrasse la Turchia, l'intera Unione europea sarebbe coinvolta in un domino dispersivo, costoso e pericolosissimo: non è facendo entrare i guerrafondai che si controlla meglio il fenomeno. Un gioco di sponda che la Turchia ha cercato, subito dopo l'abbattimento del caccia bombardiere russo e che ha ottenuto solo la giustificazione di Barak Obama circa l'inviolabilità dei confini, paradossale in un mondo devastato dalla finanza che causò la crisi in atto, anche se in camaleontica trasformazione, proprio partendo dagli Stati Uniti negli anni 2007-2008 ed un altro cavallo di Troia, nella rachitica e già molto influenzata Unione europea. La Turchia non è completamente estranea alla storia d'Europa, l'ha intersecata ripetutamente, per gli equilibrismi delle potenze in lizza nel diciannovesimo secolo, mentre ha avuto una presenza di alcuni secoli, ben cinque nella Serbia meridionale, altrimenti detta Kosovo, durante l'Impero ottomano, in conflitto interessato con le occupazioni arabe, nell'Italia meridionale e in Andalusia. Quel gioco spurio, si ripropone oggi: è importante che sia respinto. Con quali propositi vorrebbe intrupparsi la Turchia che ha rifiutato di riconoscere il risultato delle elezioni di Giugno, che le ha riproposte dopo inenarrabili violenze, per creare lo stato di psicosi negatrice della libertà e che ha in tre giorni arrestato il direttore e alcuni redattori di un quotidiano non allineato che aveva solo documentato il supporto logistico e sanitario all'Is e l'acquisto con successiva rivendita, al doppio del prezzo corrisposto, del petrolio proveniente dalle zone in mano al Califfato, per pervenire ieri all'omicidio dell'avvocato più esposto nella rappresentanza dei Curdi? Che paese si propone all'europa? Un nuovo partner extra europeo, in preda alla violenza di Stato e di possibili contributi di fazioni armate collaterali e colluse, come durante il conflitto ceceno da parte russa. Erdoagn e Putin sono solo gli "assicuratori" e gli interessati equilibratori di lotte oligarchiche.

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