sabato 28 novembre 2015

Alla mensa o sotto la mensa dei ricchi.

Il Papa parla ai poveri dell'Africa, o meglio di alcuni Paesi africani, ma condivide mensa e alloggio riservato con i governanti, cerimoniosi e vacui come gli altri, di quelle popolose nazioni. Le genti e, soprattutto, i bambini festeggiano il passaggio, si radunano negli stadi, per un momento o qualche ora di "partecipazione" a distanza. Poi, dopo il rapido passaggio dell'uomo bianco, torneranno alla loro vita senza scopo, alimentata solo da una vitalità in via di consumazione rapida. Il loro continente è stato coinvolto nella modernità dalla colonizzazione e viene sfruttato in virtù delle sue risorse. Chi lo popola è inutile e nessuno si occuperà di lui. Eppure, nella sua dimensione sofferente ma inconsapevole, continuerà a riprodursi per offrire alla retorica nuove occasioni di commiserazione e di condanna di quei ricchi e di quei potenti verso i quali si continuerà a far riferimento per ogni iniziativa diplomatica, affaristica...concreta, che sarà altrimenti lasciata cadere nel nulla, fra sorrisi ed inchini. In Italia, un ministruccolo post comunista, imita il figlio naturale del Cardinale Bertone, sottosegretario della Fornero, che definiva "sfigati" i laureati dopo il ventiquattresimo anno d'età Il Poletti della situazione, perito agrario, ha invece catechizzato i laureati tardivi, elevandone la soglia ai ventott'anni, di inutilità per loro e, soprattutto, per le imprese, evitando di entrare nel merito delle retribuzioni e degli inquadramenti riservati ai laureati precoci, quelli che non sarebbero sfigati. Il bolso ministro se ne è uscito, da titolare di non si sa bene quale lavoro; ha poi accentuato la sua grossolanità, tastando terreno riguardo all'orario di lavoro, che sarebbe un vincolo anacronistico, rispetto al risultato specifico delle attività umane. Beh, se penso che il sindacato nacque in funzione della misurazione dell'orario di lavoro e delle condizioni igieniche ed ambientali nell'ambito delle quali si svolgeva il lavoro e del salario da corrispondere ai prestatori d'opera, non posso che trovare ulteriore conferma della mediocrità di un governicchio, composto da opprtunisti, dei quali il ministro Poletti. un comunistaccio "realista", come quello scorreggione di Napolitano - secondo la brillante definizione di Alan Friedman - proprio per questo più realista del re. Lo stesso fenomeno si verificò, all'incontrario, quando quasi tutti i professionisti ripudiarono il maglio di cui si erano serviti e i professori universitari, si trasformarono, nel dopo guerra, da attivisti fascisti in vestali comuniste. Per quanto attiene all'Italia, mi fermo qui: è un tale cesso! Voglio solo sottolineare come i fatti sconsiderati avvenuti negli ultimi vent'anni siano stati di preludio a quanto ancora si va elaborando, con una lentezza subdola, ma, che, almeno, allora la lotta politica sottostante si svolgeva ancora, non ad opera di istituzioni partitiche in via di rapido adeguamento e poi disfacimento, bensì ad opera delle Brigate rosse, composte da combattenti ed analisti politici sottili: alcuni intellettuali "organici" pagarono con la vita la loro abiura e sottomissione ai dogmi carrieristici, mentre ora, un "capataz" delle cooperative può sproloquiare a man salva da uno scranno declassato. Per una volta e forse per caso, Matteo Renzie ne ha detta una buona. Sarà che l'Italia è da sempre inaffidabile come alleata di qualunque impresa e quindi prona al compromesso e incline alla doppiezza, ma l'affermazione autocautelativa nei confronti del terrorismo, è, nel merito, condivisibile: non si va alla guerra senza una coalizione coesa che sappia assicurare e gestire il periodo post-bellico. Le armate neo nazionaliste, con contributi di caccia bombardieri e aerei cisterna in conflitti periferici ( la Germania in Mali che segna solo il superamento del tabù bellico tedesco dopo il nazismo ), non sono utili a nessuno e servirebbero solo a condividere le ritorsioni, legittime in guerra, dei rappresentanti degli aggrediti e la formazione di nuove formazioni guerresche. Oltretutto, una volta tanto, Renzie o chi per lui, deve aver pensato che fosse improprio impegnarsi, senza tornaconto diretto, con un'armata Brancaleone che si spara addosso per interposta formazione informale, per interessi propri e futuribili, in un contesto di disordine nazionalistico, da globalità blaterata, ma inesistente o per nulla compresa.

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