lunedì 16 novembre 2015

Smettiamola di lagnarci.

L'efficenza a posteriori lascia interdetti. A due giorni dalla strage parigina, sono noti nomi e genealogie di tutti gli attentatori identificati e la Francia si vendica indiscriminatamente con trenta bombardamenti a tappeto condotti su obiettivi del IS, rinfocolando così una guerra che fu iniziata da Al Qaeda, rlanciata alla grande ed amplificata da Bush, che ha abbandonato il terreno dopo essersi riassicurato i pozzi petroliferi, abbandonata dagli inglesi che hanno ammesso l'errore commesso per bocca dell'ex premier Tony Blair e, infine, "copiata" dalla Francia in Mali e, soprattutto, in Libia. In tempi recenti, stante anche la sottigliezza molle di Barak Obama, i francesi hanno allargato la loro azione sulle regioni in mano al califfato, appoggiato dalla Turchia che la stessa Francia aveva risolutamente voluto - solo in questo sono d'accordo - fuori dall'europa. Dimentica superbamente del suo passato coloniale, delle intromissioni ancora esercitate in Algeria, dalla quale era stata scacciata da una autentica rivolta popolare, si stupisce della rivincita apportata sul suo suolo, per tanti tratti verdeggiante, ma privo di scenari popolati, in una delle città più cosmopolite del mondo, nella quale i francesi sono meno di un terzo dei residenti e nella quale i magrebini si addensano nelle banlieues, insieme ai negri svolgono i lavori più fetenti e del mercato indigeno gestiscono solo le bancarelle e qualche ristorante etnico. I francesi erano stati avvisati, il giorno prima, dai servizi segreti della parte dell'Iraq sottratta al IS , dell'imminente attacco orizzontale, ma avevano snobbato la segnalazione, pur ammettendola: "notizie così ne riceviamo ogni giorno". Eppure l'intelligence iraqena aveva specificato che la messa in opera delle cellule dormienti era stata ordinata dal Califfo in persona, ristabilitosi dall'attentato recente che lo aveva visto ferito, desideroso di reagire all'eliminazione del rapper britannico e tagliagole e del suo plenipotenziario operativo. Si è trattato di uno svarione per presunzione, per non andare al rimorchio di servizi di paesi di recente ricolonizzazione, che, con i loro dittatori, secondo la sorte di un prossimoo futuro in Siria, mantenevano il potere istituzionale, l'ordine "terroristico" interno e non erano comunque in mano ai predoni sequestratori ed a milizie impiegate nel saccheggio, nello stupro e probabilemnte altrimenti pagate, drogate dai sentimanti bellici di una religione guerriera, come sa chiunque abbia letto, anche superficialmente il Corano. Ciascun si lagna dei dolori arrecatigli, memtre ne provoca altrettanti ed altrettali. Noi occidentali, scientisti e razionalisti, asteniamoci dal piagnisteo; abbiamo tutti i mezzi tecnologici ed economici per imporci. Se i lazzari delle periferie abbandonate, al di fuori della zona rossa urbana, la violano entrando nei ristoranti e nelle discoteche, dobbiamo farci il callo, come gli israeliani. Del resto i francesi ben sanno come si comportarono, per reagire alla loro dominazione, gli algerini. Non sta avvenendo niente di diverso. E la serva Italia? si limita ancora a prestare le sue basi siciliane al decollo dei droni statunitensi, che negli ultimi tre giorni hanno selezionato il decollatore da discoteca e il "visir" del califfo. Troppo o troppo poco per sfangarla? L'Expo non ha conociuto pirotecnie, ma l'anno santo della cristianità sembra occasione troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire, almeno sul piano simbolico e movimentista.

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