martedì 24 novembre 2015

La giostra.

Daniel Scioli e Mauricio Macri, due argentini di chiare origini italiane, si sono confrontati in patria nelle elezioni presidenziali. Mentre Scioli era il candidato del partito peronista, al potere, di nuovo, da tredici anni, nelle persone dei Chirchner, Néstor Carlos e di sua moglie Cristina Elisabet Fernández de Kirchner - figlio, il primo, un po' inquietante, di immigrati tedeschi, marito e vedova in successione, come Juan Domingo e Isabelita Peron, durante i quali l'ordine censitario era stato mantenuto con mance e facilitazioni per la classe cronicamente disoccupata in quel Paese, a costo di un'inflazione costante del 30% e di uno sprofondamento del bilancio, per la seconda volta sul limitare del default. Ora, con un'apparente catarsi, si imponeva, un po' come in Italia, una "svolta" liberale, cioè mercantilista, competitiva, supportata da tagli significativi nell'assistenza pubblica, totalmente clientelare. Un mandato, qualche suicidio, un aumento esponenziale della criminalità, al quale porre rimedio con la sperimentata capacità repressiva della polizia, palese e segreta e poi il peronismo conoscerà un'altra stagione. Ora è il tempo della riaccumulazione, della tutela della moneta nazionale, del rinvigorimento dell'impresa superstite e neofiorita, dell'afflusso dei dollari statunitensi. Il Macri della situazione è un uomo di aspetto festoso e di passioni popolari, pur essendo liberalmente di destra: è stato, negli anni trascorsi, il presidente della squadra di calcio del Boca Juniors e il Sindaco di Buenos Aires. Un uomo che si è "fatto dal nulla", nel campo - indovinate un po' - dell'edilizia. Insomma una sintesi fra Silvio Berlusconi e Matteo Renzie. Eccesso di peronismo, scarsa capacità dissimulatoria, della Kirchner, dopo tanti anni di potere, nell'ambito di un bipolarismo trasformistico. Insomma, stretta attinenza con le nostre vicende nazionali, nel segno di una tradizione sedimentata e riemergente. Una falsa maggioranza opportunistica e una falsa opposizione. Arrivederci al prossimo giro.

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