domenica 29 novembre 2015

Ho conosciuto un santo, che non lo sarà mai.

Il pampa-Papa, in Africa sta dando il meglio di sé, nell'espressione dei suoi sentimenti più prossimi. E' chiaro che la misericordia che reca è puramente verbale e la sua vicinanza di un giorno ad alcuni dei più poveri e dei più malati, è una visita "ad limina" ad un'umanità che è ancora prossima allo stato di natura, nel quale la debolezza frena - forse - gli istinti più distruttivi. Nella sua stanza con servizi a Santa Marta, Bergoglio è comunque, rispetto a loro, un privilegiato e parla da un pulpito asettico, sano, a una poltiglia di germi e di deformità trascurate. I missionari, in quelle plaghe, dove dio non alberga, sono uomini alla Alex Zanotelli, sacerdote comboniano, spesso osteggiato dalle gerarchie ecclesiastiche, quando con il suo fagotto di stracci si avvicinava troppo, credendo di essere a casa sua, alle sale marmoree del potere ecclesiastico o alle parrocchie al suo servizio ( del potere ecclesiastico ). Per quanto sinceri possano essere i sentimenti del Pontefice, coloro che danno silenziosamente un contributo fattivo al mantenimento possibile di uno stato remoto di civiltà, sono le suore e i preti che mettono le loro competenze mediche e didattiche al servizio di generazioni, comunque prive di prospettive apprezzabili ora, ma comunque allevati al rafforzamento delle loro facoltà fisiche e mentali. Nel fare questo, la Chiesa opera un condizionamento e un proselitismo che rimane inviso alle altre confessioni religiose e suscita il contrasto omicida del potere civile, quando gli insegnamenti impartiti esulano dalle strette materie tecniche e sconfinano pericolosamente nell'ideologia morale. Le parole spese, da Vescovo della cristianità cattolica sono quanto di più bello e chiaro sia stato pronunciato in epoca contemporanea e saranno sicuramente conservate e riproposte, ma perchè abbiano un' efficacia postuma devono materialmente cambiare le condizioni delle future generazioni africane. Ma ogni sforzo, entropicamente, si ripiega su se stesso, sotto i colpi della guerra quotidiana, sotto gli intrighi dei mercanti di morte, fra i quali ci sono gli Stati e l'Italia nelle prime quattro posizioni al mondo. In quelle terre, devastate dall'Aids e dalla sporcizia, per tutta la sua vita di controverso professore, e cappellano dell'Università, ogni anno, don Tullio Contiero pertava gruppi di giovani medici ad applicarsi gratuitamente in loco, Contiero è morto da qualche anno, vegliato dai suoi adepti, passati e del momento del trapasso. Già malato, aveva guidato un'ultima faticosissima spedizione, con il piglio di sempre. Lui non sarà mai santo e, non essendo stato Papa, sarà, se non è già stato, dimenticato. Ma in lui, aspro e diretto, ma sempre negli argini di una educazione insofferente degli atteggiamenti sciocchi e dei preti con la pipa dei seminari, nei quali lui, dottore in filosofia all'Università di Padova, non si era formato, lo spirito evangelico, casomai filosofico, era stato concretamente vissuto fino in fondo. Io l'ho conosciuto bene: è stato uno dei miei professori ed un interlocutore vero.

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