mercoledì 11 novembre 2015

L'antifascismo di Israele ( pur in presenza del fascismo dei coloni )..

Matteo Salvini non andrà in Israele, non lo vedremo - forse - con la scritta "Gerusalemme" sulla felpa. Potrebbe essere un mascheramento per nascondere un "Auschwitz". Così almeno pensano le autorità israeliane che ne hanno inibito la volontà di recarsi in visita pubblicitaria al Museo dell'Olocausto, come fu invece consentito al "rinnegato" Gianfranco Fini, quando era vice-presidente del Consiglio e che, per questo, fu violentemente attaccato dal cameratume d'origine, a dimostrazione di quanto antisemitismo alligni ancora e nell'intimo del fascistume trasformista e, in generale, nell'ideologia della Destra, che discrimina economicamente, censitariamente, ma anche socialmente e culturalmente, gli ebrei non nazionalisti o sempre a rischio di ridiventarlo, come gli "ultimi arrivati", non normalizzati in un contesto uniforme. E' una presa di posizione che non deriva tanto dall'esere il Salvini un leghista, quanto dall'avere stretto rapporti d'alleanza con i fascisti di Giorgia Meloni: fascismo e democrazia israeliana sono e devono restare incompatibili e incontaminabili e gli israeliani lo hanno riaffermato. Non hanno fatto come gli italiani che li hanno riammmessi nell'agone politico ufficiale, non tanto per contrastare una sinistra in disfacimento, quanto per riassumere il controllo organizzativo del vasto e maggioritario mondo del conservatorismo nazionale. Da molti anni la politica israeliana ha assunto i connotati della colonizzazione e dell'espulsione dei palestinesi e questo stride e contraddice la democrazia istituzionale e di costume praticata al suo interno, ma non estesa, anche perché rifiutata dai potenziali destinatari. Resta una frangia dell'espressione democratica degli ebrei sionisti, in un contesto locale improprio per simili sentimenti ed istituzioni, ma senza patire indebolimenti ed incrinature verso quel vasto mondo dell'estremismo razzistico ( in varie guise ) di destra e questo resta un elemento consolante nella dialettica, ma anche nel necessario scontro politico, senza cedere al buonisto "cattolicizzante" del PD, dei democratici nazionali che gli hanno assicurato la piazza a Bologna, dove, in anni non lontanissimi i fascisti non parlavano, perchè così sanciva la Costituzione repubblicana e perchè dove si era combattuto per la libertà, non la si riconosceva a chi l'aveva negata ed era stato scacciato solo con la forza. A nostra differenza, gli ebrei hanno memoria, identità e senso della giustizia.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti