giovedì 12 novembre 2015

Facce di tolla.

Mi piacerebbe sapere con che faccia i funzionari vaticani - dimenticavo, i funzionari di ogni entità sono tali per via della loro faccia di tolla - mentre istruiscono un inutile procedimento penale verso due giornalisti, sollecitano il contributo internazionale alle loro rogatorie. Devono essere ben stizziti, dato che senza smentire un solo episodio narrato o un solo comportamento evocato, invocano, da dio e dai tribunali, la tacitazione dei loro traffici, che ben altre evenienze storiche hanno conosciuto, ma che ne ripetono i contegni nella chiusra all'accertamento e all'indagine. Che collaborazione hanno fornito le autorità vaticane nella ventennale o trentenanle inchiesta sulla sparizione di Emanuela Orlandi e della sua amica Mirella Gregori, sparita due volte, anche dalla memoria dei contemporanei? Che apporto hanno fornito, anziché chiudersi a riccio e a pronunciare una sentenza poliziesca ( della Gendarmeria ) a proposito del suicidio-omicidio di Cedric Tornay? Non hanno risposto all'avvocato della madre che chiedeva direttamente a Benedetto XVI dei documenti specifici, citati per approfondire una "sentenza pronunciata alla bell'e meglio". Forse un "corvo sarebbe stato utile, ma, in quell'occasione non ci fu. Si degnarono di rispondere alle invocazioni ripetute della madre dello sventurato soldato pontificio, per ottenere un po' di chiarezza sulla morte inopinata del figlio? Chi ordinò l'omicidio di Giavanni Paolo II? Se in quelleoccasioni i corvi non volarono sui sacri palazzi e lo hanno fatto in questa ed in altre circostanze, è abbastanza intuibile che parte del lavorio mediatico possa riguardare gli equilibri di potere all'interno dell'istituzione ecclesiastica, ma questo fa parte della dinamica illustrativa e, se volete, anche commerciale, di una democrazia. Lo scontro si verifica fra le due entità inconciliabili: il liberalismo e l'autocrazia ideologica, anzi dogmatica. Ciò nonostante e proprio in forza di esso, il cattolicesimo è entrato nell'agone politico manifesto alle masse e a poco gli serve proclamare contraddittori principi, durante l'evolversi del tempo storico e autotutelarsi totalitariamente, ormai con una mano davanti e l'altra di dietro. Se la Chiesa non diventerà "povera" non sarà per l'azione corrosiva di Nuzzi e Fittipaldi, ma perché una Chiesa povera non se la fumerebbe più nessuno. Nel frattempo, come i disoccupati organizzati a Napoli, si potranno scagliare le plebi in esponenziale crescita, nell'anatema e nella querimonia "misericordiosa", mentre tutte le altre formazioni sociali, fino a tempi recenti, ancelle di questa o di quella formazione popolare, vanno disgregandosi o uniformandosi ai costumi mondani, come anche la Chiesa, ormai contestata al suo interno dai tradizionalisti, sta predicatoriamente facendo, per non diventare quella "chiesetta" che pur paventata dal pampa-Papa, sarebbe la dimensione umile della fede.

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