mercoledì 4 novembre 2015

Libri e libercoli.

Di certo la Chiesa ne ha passate di peggio nella sua controversa storia, ma la vulgata delle sue contese rimaneva circoscritta al popolo romano, mentre i Corvi erano Pasquino e Giuseppe Gioacchino Belli, impiegato pontificio. La natura della contesa sembra dar ragione a Carlo Marx, teorizzatore della sostanza strettamente materiale di ogni contrasto umano, della quale le "sovrastrutture" morali e spirituali, non sono altro che un mascheramento. Ipotesi, rivisitata con grande efficacia da Antonio Gramsci, che disvelava la natura censitaria, classista delle recite sociali e delle categorie "morali" dei diversi strati dei residenti di una data società. La materia del contendere è la ricchezza, il prestigio e la comodità che, chi li ricopre, sente in pericolo, non tanto per la presunta volontà bergogliana di "impoverire" la Chiesa, quanto per lo strumento evangelico che li metterebbe alla mercé del bisogno e dell'anonima indeterminatezza. Per questo concionano su divorziati e omosessuali, senza tener conto della presenza massiccia di omofili nei loro ranghi e della loro condizione di celibi, ignari in concreto di dinamiche domestiche, necessariamente difformi per condizione economica, educazione e cultura. I due libri in uscita domani, a poche ore dalla chiusura del Sinodo vescovile sulla famiglia, nel quale i due schieramenti si sono divisi quasi esattamente a metà, ma non solo per divergenze dottrinarie sui rispettivi argomenti e a pochi giorni dall'apertura dell'Expo della Misericordia, entrano nel gioco e lo assecondano o, forse, vogliono distogliere l'attenzione da altre caratteristiche di un pontificato, perfettamente in linea con la consolidata tradizione ecclesiatica, ma consapevole dell'oceano di poveri, anche nelle società borghesi dell'europa, che si propettano, in loco e attraverso le migrazioni, per le prossime generazioni, escluse quelle tutelate. Fra queste ultime, ai vertici della Chiesa, veicolati ai voti da famiglie patrizie, nelle quali spesso avevano manifestato tendenze sessuali poco consone al costume gramscianamente edificante dei casati, "raccomandati" Vescovi e Cradinali che avevano riprodotto se medesimi nelle carriere e negli agi, anche in abito talare. Ho letto il primo libro sull'argomento e, come riportato, l'ho trovato poco "sconvolgente", anzi molto scontato e bolso; stavolta, da destra e da sinistra, se ne prospettano due in contemporanea, ad assecondare una dialettica pubblica, molto poco cattolica, presso il pubblico indistinto, specchio degli interessi rappresentati sotto spoglie falsamente uniformi, in un'Ecclesia di sordi con la ceretta, non interessati ad ascoltarsi. Anche perché, come diceva il cardinale Bertone: "la Chiesa non è una democrazia". Sta per essere pubblicato, invece, un breve libro, che, riprendendo lo sterminio degli oppositori argentini al fascismo intrinseco a quella società e a gran parte di quella Chiesa nazionale, rivela come anche in Italia siano stati "affidati" in adozione i bambini delle desaperecidas, che venivano uccise subito dopo il parto, quando erano arrestate in stato interessante. Si stima che almeno 77 di quei piccoli siano stati educati ai sentimenti più egoisti, contraddittori con i sentimenti delle loro madri e reazionari in altrettante famiglie sterili. Finirò per leggerli tutti i tre, ma quest'ultimo con particolare partecipazione.

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