domenica 1 dicembre 2013

Muri, perimetri, cortili.

Stanno sorgendo muri dappertutto. L'Unione europea ha avuto fra i suoi scopi non dichiarati e velleitari, sia quello di trincerarsi in un mercato autosufficiente e impedire le incursioni dei cicloni finanziari, sia di escludere le etnie dei poveri veri e la loro scomposta voglia di spostarsi e di insediarsi in luoghi dove presumono di avere almeno la possibilità di sfamarsi. Ai confini greco-turchi ne è stato appena edificato un altro: la Grecia è la Cenerentola d'Europa, ma è attraverso di essa che folle di diseredati tentano e ritentano di infiltrarsi, per poi spandersi nell'europa opulenta. Dopo la caduta del muro che separava il continente mercantile da quello comunista, furono le donne dell'est, improvvisamente sprovviste di lavoro e di reddito, a dilagare fuori dai loro confini per dedicarsi alla prostituzione. Rumene a parte, il fenomeno si è arrestato. Vengono solo schiave-badanti, molte delle quali sono anziane. Fra un decesso e un reimpiego, vanno elemosinando residenze presso nuovi accuditi, per non essere espulse o dover rinnovare il permesso di soggiorno ogni tre mesi. In Israele, un grande e altissimo muro divide i palestinesi dagli israeliani. Non è chiaro se siano stati questi ultimi a rinchiudersi nel ghetto o vi abbiano relegato gli altri. I palestinesi utili, giornalmente, possono andare a lavorare in Israele, ma devono tornare al di là del muro alla sera. I percorsi per "circumnavigare" le barriere murarie che si estendono per centinaia o migliaia di chilometri di confine, si fanno sempre più faticosi, ma, non per questo, vengono abbandonati. Morti per morti, tanto vale ritentare, senza prospettive che non risiedano in una ricerca biologica di sopravvivenza e sottomettendosi a qualsiasi condizione, a qualsiasi adattamento agli usi altrui. La retorica del Muro, della civiltà negata dei lustrini, contrabbandata per libertà, si scontra con questa realtà, che, se ha prevalenti ragioni economiche, di esclusione di chi, inevitabilmente, verrebbe a diluire la ricchezza accumulata ( o solo quella intercettata dai poveri nostrani? ), conosce anche muri etnici ideologici e religiosi, pure all'interno di analoghe professioni di fede. Anche il mobbing, il bossing, la convergenza ambientale contro uno solo o la presunzione condivisa di gente diversissima nei confronti di un'altra struttura sociale e culturale, sono muri erti a conservazione di un costume, nel quale ciascun gruppo individua i suoi presunti e sempre subordinati vantaggi.La lotta per superare i muri continua, sospinta da ineludibili bisogni materiali e, in qualche caso, anche morali, dalla follia della disperazione e contro questo e nient'altro, dai nostri fortilizi condurremo, a nostra volta, le nostre battaglie autoconservatrici, conducendo le quali, per procura, ci facciamo supportare da quegli imbecilli che pensano che emigrare sia andare in vacanza, dai politici di cui ripetiamo il mantra: “aiutiamoli a casa loro”, da chi s’illude di fermare un’ondata migratoria con i respingimenti, il dito nella diga. Gente che ci fa passare per un popolo incapace non solo di accogliere ma persino di raccogliere in mare quelle persone». Al di là dei muri, fuori dai perimetri, all'esterno dei nostri cortili.

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