sabato 7 dicembre 2013

Apparenze competitive.

Abbandonata la ridotta del già Banco di Santo Spirito e il suo atto di fondazione di Paolo V, che ha continuato ad accogliere gli avventori, anche dopo l'Avvento dell'Unicredit in noi e del Credem'a me, quest'ultimo, dopo aver spilorciato sulla pigione, che è servita al precedente direttore-fondatore per pagarsi, percentualmente, il mutuo della sua magione, è approdato sui viali, sui quali, inchinandosi all'incontrario al traffico finanziario, spera di raccogliere abbondanti provvigioni. La palazzina, di giorno, stona come un pugno in un occhio, con i suoi caratteri bucolico-padronali; ma, en passant, nessuno la noterà. Di notte, fa da sfondo alle contrattazioni di confine, le illumina per così dire. In linea d'aria si trova a trecento metri, dall'imponente private banking del Banco Desio, che ha rilevato, da ultimo, la villa avita, poi inurbata, di due avvocati bolognesi, possidenti e celibi. Passata per un'altra destinazione, che al momento mi sfugge, era fino a poco fa, un museo d'arte moderna specializzato e per pochi adepti internazionali: adesso manifesta, o semplicemente prova di suggerire, la potenza finanziaria di una banchetta tradizionalmente votata alla Borsa. La sua sede milanese, anonima e spartana, si trovava sotto l'arco che da via della Posta, a Milano, introduceva alla Piazza(etta) degli affari, di fronte alla quale si svolgevano le contrattazioni. Oggi, quella littoria e protezionistica costruzione, come il monumentale cubo da mille posti del Banco di Roma, con la sua grande lupa sul vertice alto della orrenda facciata, è sede solo di ricevimenti. La Borsa è on-line, le contrattazioni sono mondiali. Ma il sedimento e l'avviamento ( o forse solo la vocazione? ) sono restate e, apparentemente, anche i soldi per permettersi simili sedi. A volte, però, ci si adorna di apparenze quando la sostanza, anche economica, latita. In un contesto di ciclotimia finanziaria, nel quale le grandi banche si sono mascherate in nuove e ancor più grandi parvenze, le bancarelle, che non sono in grado di reggere la dinamica globale e che sono rimaste abbarbicate, con un forte sentore di naftalina, a costumi premoderni - ante marcia, direi - cercano di darsi un tono e di serrare i ranghi del servaggio di rivalsa verso una ereditaria sentina di spocchiosi ma sempre più sperduti reddituari, blandendoli con i birignao ipocriti di antica e nefasta memoria. Per continuare a farlo, dopo un assedio durato circa due anni, sono riusciti, per circa 600.000 euro, ad aggiudicarsi una palazzina di tre piani, calmierata dalla crisi immobiliare. Dovrebbe diventare il private banking del Credem'a me. Perché se ne noti la presenza, su di un palcoscenico tradizionalmente dedicato alle manifestazioni notturne; la notte, appunto, splende, di dentro e di fuori, di luci, come a dire: "sui Vostri accantonamenti non calerà mai la luce". Invece si tratterà di una cassaforte territoriale, dominicale, del tutto priva di caratteri di internazionalità; un "buen ritiro" per pavidi provinciali. Soprattutto, inoltre, marca la ribadita scelta di arroccarsi in una sterile difesa del privilegio, dentro gli angusti confini del privilegio stesso, in una stucchevole "ammuina" di manierismi, da invitati alla corte del signorotto di riferimento. Mentalità fondiaria in naftalina pura. Per far raccolta, fra ricorrenti, seppur rallentate, dimissioni di fornitori precedentemente ingaggiati allo stesso scopo, tanto da rendere rare le figure nate in azienda nell'ambito commerciale, ha ultimamente ingaggiato una famiglia di finanzieri, dei quali, il più anziano, simpatico e mio buon amico, farà bene ad uscire prima delle tenebre, per non trovarsi festeggiato da qualche sua conoscente professionalmente flessibile. Anche l'ipocrisia - intendo quella ambientale, fino al travestimento - sa di rancido. Adattandovisi si tutela la propria famiglia; peccato che si sia cominciato prima di costituirla, casomai per costituirla o finendoci coinvolti per fiduciosa allegria. Insomma, questa è la moralità corrente, ai diversi livelli di consapevolezza che trasfigurano solamente le stratificazioni economiche e sociali.

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