domenica 22 dicembre 2013

Strategie dozzinali.

La vicenda di Stefano Pioli, mediocre calciatore e ottimo teorico del football, va spiegata. Poco importa che il summenzionato signore sia molto ben pagato, come invidiosamente non fanno altro che dire tutti: non si vive di solo pane, anche se del pane non si può fare a meno. Costui, che ha commesso l'errore e si è assunto la colpa di coprire tutte le malefatte di un club di improvvisatori maliziosi, per tutta la settimana è stato oggetto di sconsiderazione, mentre il suo prsidente andava contattando pubblicamente,ogni sorta di possibile successore. E' bastata una gagliarda prova ginnica, vittoriosa per un'invenzione, ma priva di riscontri tecnici, perché la società, che avrebbe desiderato sostituirlo per mezzo di sue dimissioni, indotte dalla mortificante esibizione della loro sfiducia, per reimpiegare gli stessi denari in un'altra figura disposta a far giocare quelle pedine che erano state raccattate sul mercato a costo zero e su cui "l'errante" mostra pervicacemente di non voler puntare. E' bastata una vittoria un po' rimediata, perché tutte le ipotesi e le voci fossero svalutate e si puntasse alla terza salvezza consecutiva, con una tale scarsità di risorse da renderla molto precaria. Il bravo Pioli era approdato, come terza scelta al Bologna, dopo essere stato cacciato da un altro presidente intemperante, il veneto-palermitano Zamparini, ancor prima dell'inizio del campionato e si era distinto in una rincorsa che aveva creato troppe illusioni e fatto nascere il desiderio di specularci sopra. E così è stato, attraverso il depauperamento tecnico della rosa ed il mantenimento di numerosi giocatori, invendibili perché mai messi all'opera da questo allenatore ed ingaggiati per molti anni, nella speranza che il loro cartellino lievitasse e che gli allenatori fossero disposti a fare di necessità vertù. Alla terza esperienza con un tasso tecnico calante, le cose si sono mostrate nella loro nudità ed è cominciato un mobbing spregiuducato per lucrare anche sullo stipendio del tecnico, aziendalista certo, ma non oltre i limiti della sostenibilità. Ora, che per un momento, la fiammella speculativa e suicida sembra essersi riaccesa e speculando sul riconoscimento degli spalti a un buon allenatore che aspirerebbe a farsi riconoscere per le sue qualità, ecco che gli si riaffida il pupazzo sfilacciato del Bologna f.c., sconfessando con faccia di tolla tutti i contatti allacciati. Triste e volgare mercato, al quale non sono estranei i giocatori che ora negano di aver chiesto la giubilazione del tecnico, dopo essersi venduti troppe partite nella fase d'avvio del campionato, sulle quali, fra un paio d'anni, in occasione della prossima retata, investigherà senza frutto, la Procura di Cremona.Se Pioli dovesse farcela anche quest'anno, non commetta l'errore di rimanere alla guida tecnica di questa società.

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