venerdì 6 dicembre 2013

Sotto traccia.

La Corte costituzionale, con brusca accelerazione, ha sancito l'incostituzionalità del porcellum elettorale. Rispetto alle sollecitazioni istituzionali, dopo che aveva rimandato il pronunciamento al 14 Gennaio prossimo, ha contraddetto le aspettative, com'era ovvio. La Corte deve infatti sentenziare sulla base della costituzione vigente e non secondo le intenzioni degli stregoni istituzionali che schiumano se e quando vedono contraddette le loro aspettative. Che cos'ha fatto la Corte? Ha preso spunto dal testo e ha sancito un serie di violazioni che, per conseguenza, hanno riaffermato la rappresentatività proporzionale, il diritto-dovere ( intriso di quanto clientelismo ben sappiamo )dei cittadini di scegliersi i propri rappresentanti; ha cioè posto dei cavalli di frisia alla riforma della Legge fondamentale della Repubblica, i cui connotati noti sono già di per sé poco democratici, certamente meno di quelli orizzontali stabiliti dai costituenti, anche se, nella prassi, anche per condizionamenti strategici internazionali, la sua applicazione è stata sempre tenuta sotto tutela. Molto più banalmente, ora si tratta di stravolgerla, perché trasformarla non sarebbe sufficiente, per adattarla al costume mercantile e per salvaguardare, sia pur a ranghi ridotti, l'apparato politico, raggrumatosi in babiloniche coalizioni, nelle quali il centrismo sfumato o la fa da padrone o provoca e provocherà scissioni. Il Presidente della Repubblica sarà anche il capo dell'esecutivo o sarà una figura influente, tutrice del Governo? Il dilemma non mi affascina. Preferisco la più ampia facoltà di dibattito, correlata alla possibilità concreta di prendere delle decisioni. Per questo, molestata dalle pretese delle istituzioni, dal momento che il Parlamento era ed è paralizzato, la Corte costituzionale si è finalmente pronunciata. Bene ha fatto a non accondiscendere a sollecitazioni sotto traccia.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti