mercoledì 25 dicembre 2013

Quel che non c'entra col Natale.

Il Papa continua a ripetere che i primi a vedere Gesù furoni i pastori perché erano dei diseredati, soggiungerà presto che il Messia, che però gli Ebrei, alla cui dottrina si formò e che contestò, come è facoltà di ogni ebreo, ma dando uggia agli integralisti che in ogni compagine rappresentano la non democrazia, era figlio di migranti ( perché non di ebrei errabondi? ). Infine sosterrà che la resurrezione fu comunicata da un angelo alle donne, non perchè ritenute chiacchierone e adatte a propalare una notizia inverosimile, ma perché antesignane dell'emancipazione di genere a cui era demandata la rivelazione. In Terrasanta i bambini israeliti e musulmani cadono come mosche sotto le artiglierie e i colpi dei cecchini. Una prostituta ha cercato di abortire empiricamente al sesto mese di gravidanza; portava in grembo una bambina, un'altra povera disgraziata. Sotto le feste tutte le associazioni e le onlus partecipano alla raccolta fondi per le più disparate situazioni e apostoli volontari si adoperano per veicolarle, nell'illusione che il vantaggio contingente di un medico, di un laboratorio ospedaliero, possa domani riverberarsi su tutti i malcapitati. Tutti si fanno gli auguri perché è costume di questi tempi: anche i gestori cinesi di un bar si sono profusi in una miriade di Buon Natale! Negli ospizi, poveri diavoli in attesa di essere sollevati dalla loro tristezza dalla morte, ricevono la visita di parenti che contribuiranno a rattristarli ancora di più. Sono costretti a far buon viso a cattivo gioco, per timore di suscitare reazioni esiliatorie o attestati empirici di demenza progressiva. Il fatto è che la vita, tutta la vita in ogni suo aspetto e circostanza è un gioco diplomatico, nel quale si vince e si soccombe e, talvolta si soccombe presumendo di aver vinto o sperando di interloquire con qualcuno che sia solidale con te in astratto, rimanendo cioè estraneo al gioco. Basta questo per compromettere anche la tessitura più sottile. E' nato il salvatore ma non c'è nessuno che valga la pena di salvare. Quando ero bambino, il prete, la Chiesa avevano ancora un forte ascendente sociale, morale e politico. Le anime semplici e credule venivano nevrotizzate da quegli insegnamenti morali disinerenti alla natura, oppressivi nella loro assurdità. Il Messia, figura mitologica, poteva nascere solo in Israele; il Messia cristiano è stato una lenta costruzione storica. La cultura filosofica classica, quella greca e soprattutto latina, intrisa e condizionata dal diritto, conteneva già, in se stessa, tutti gli elementi morali su cui si è innestato e innervato il cristianesimo, che nel Medio Evo, ha conservato, ma stravolto interpretativamente i classici. Ma né nella Grecia ionica, né nella Roma imperiale o repubblicana, nessuno credeva agli dei, ma neanche al dio che si sarebbe preteso che fosse contenuto nelle riflessioni morali dei filosofi antichi. Un favola mediorientale, divulgata durante e dopo la guerra giudaica, trovò accoglienza in una plebe di condizione schiavistica, "rivelandole" che possedeva una dignità e che poteva rivendicarla anche contro i poteri costituiti, se questi ultimi si fossero opposti - come era scontato che avvenisse - al potere sacerdotale fondato sulla vana speranza popolare. Il gesuita Francesco sta risceneggiando un testo storicamente rappresentato in numerose svolte storiche, quando le condizioni non erano tali perché si mettesse in scena il suo contrario. Viviamo in un contesto nel quale la società, che fino a due decenni fa pretendeva di assorbire in se anche il privato, cioè l'articolazione particolaristica della dinamica interconnessa degli interessi e delle aspirazioni, si è individualizzata, per finire in un reticolo di regolamentazioni minute e superficiali, officiate perché così fan tutti. Per altro, le tante false profezie di cui siamo facondi e che si basano su rifacimenti fabulistici alternativi, che sono solo lievi correzioni o rielaborazioni di contenuti comunque già pensati, detti e contraddetti, sia a livello popolare, sia politico, sia accademico, non risultano meno menzogneri, inapplicati o tragicamente applicati. Non sopravvivono in realtà neanche le mitologie per bambini: la play station 4 è stata esaurita prima di Natale e molti richiedenti dovranno aspettare la Befana e prenotarsi per averla, senza usufruire della pausa scolastica per goderne. I magazzini sono vuoti e sbugiardano la crisi, dato che questa nuova edizione del giocattolo di successo costa intorno ai quattrocento euro, senza calcolare le sue applicazioni. A Natale il sacrificio che verrà si consuma in anteprima. Fuori dal Tempio gli animali vengono programmati per tempo, macellati al momento giusto per essere venduti, prima ancora incapponiti, infine assimilati. Chi poco può, aspira almeno a mangiare. Chi è in grado di oltrepassare questa soglia, compera e regala, spesso cose inutili e neppur particolarmente gradite. I mendicanti, in questi periodi, aumentano; capita di riconoscerne qualcuno che, per un anno non si era visto. Talvolta, dopo pochi giorni, cambiano piazza. Qualcuno è ormai tradizionale ai semafori e fuori da certi negozi, ma taluni stonano nella tecnica professionale e sembrano proprio dei neo-poveri veri. Hanno volti acuti, sembrano istruiti; chi si limita a dire: ho fame, chi denuncia di avere perso il lavoro. I detenuti nei centri di accoglienza temporanea e successiva espulsione, possono cucirsi tutte le asole del corpo; di questi tempi i loro gesti, espressione di un malessere accentuato dall'aria di festa e dalla nostalgia della propria famiglia, mai come durante questi giorni passeranno inosservati, non essendo in grado di molestare i riti predigestivi, che nessuno sciupa informandosi ed interessandosi della loro condizione. La ripetitività monotona dei riti della natura si riverbera nell'abitudinarietà confermatoria o segregatrice delle costumanze culturali.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti