lunedì 23 dicembre 2013

Citazioni assenti.

Il Presidente del Consiglio in carica si promuove e disegna scenari idilliaci per il 2014. Certo è che la faccia di bronzo di famiglia non gli fa difetto, alla luce del fatto che ha omesso qualsiasi azione di utilità pubblica e gestisce, dietro mandato, la contabilità dello Stato come se fosse un'azienda in amministrazione controllata, ma che, forte dell'incontestata presa sui sudditi, non rischia il fallimento, come una fetta molto grande, invece, dei suoi membri. Con dolcezza di modi e di tratti, ha sciorinato una litania di luoghi comuni, come tutti i suoi predecessori ad ogni fine d'anno e tessuto le lodi di Matteo Renzi, artefice, come lui, di una rivoluzione generazionale che riguarda solo il vacuo e "modernizzatore" PD, sottacendo che lui e Matteo sono già incompatibili ed in alternativa. Non sapendo come evolveranno le situazioni, il grullo fiorentino che assomiglia, nell'espressione, ad una nuova maschera popolare, buona per l'eterno carnevale italiano, ha dichiarato che si ricandiderà alla poltrona di Sindaco della sua orfana città e, se gli impedimenti politici continueranno ad impedirgli di lavorare, potrà favorire le mene dei maggiorenti della gigliata, vecchi e nuovi, che fanno capo a lui, attraverso l'altro dioscuro generazionale o direttamente, se la sorte gli concederà di abbandonare la municipalità ed insediarsi al Governo. Anche il Papa sembra ripiegare sul convenzionale, riattratto nell'orbita degli slogans di successo testato. Gli unici fuori fase sono coloro che per condizione esistenziale, sociale o di salute, dalle convenzioni sono, loro malgrado, fuori e solo oggetto di citazioni assenti.

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