lunedì 13 luglio 2015

Tragedia greca.

Atene rinunci alla sua sovranità o dica addio all'euro. Così l'eurogruppo per conto della Germania. I commissari della Troika torneranno stabilmente ad Atene, come fanno i commissari dell'ONU, senza che questo sposti di un millimetro le intenzioni belliciste degli Stati Uniti o di israele. Questo ultimatum, successivo al chiaro pronunciamento referendario di cui Syriza dovrebbe tenere conto, senza divisioni e dimissioni levantine, la dice chiara sul club elitario che governava nell'ombra ed ora alla luce del sole in questa europa unitaria in senso totalitario. In realtà, da oggi è un club con qualche socio frequentatore. La cultura centro-europea non è dissimile da quelel messa in campo dall'impero sovietico, cioè russo, che, per contrappasso, è stato l'unico Paese-continente ad intenderne subito i connotati ed a guardarsene. I paesucoli, Irlanda e Portogallo, Malta ecc, non sono meno meschini dei grandi: non sanno come giustificare al popolaccio l'impegno di un'ulteriore quota del loro PIN per mitigare le condizioni-capestro imposte alla Grecia. Fra quarantott'ore il Parlamento greco dovrebbe ratificare la sua abdicazione, come ha fatto quello dei nominati italiani, a cui è seguita la cancellazione prossima del Senato della Repubblica. Tsipras, in queste ore, pare in confusione, ma mi sono chiesto se sarebbe proponibile un Renzi al suo posto. Ce lo vedete? Il giovane Alexis si trova a competere con un partito in parte radicalizzato, con un marpione dimissionario che già lo attacca, con una parte più dialogante ma che ha avuto la dignità di rivendicare il suo ruolo elettivo ( non come l'ultimo Quisling italiano e i suoi due predecessori ) e con lo scivolamento verso le "larghe intese" che lo consegnerebbero, come un Letta qualunque, alla sconfitta ingloriosa e all'oblio. Ora la battaglia si sposta in Parlamento dove le salmerie sono in via di osmosi e, se la decisione che prenderà dovesse contraddire quanto espresso dalla maggioranza dei greci pochi giorni fa, si aprirebbe la possibilità di scontri di piazza nei quali la destra para-militare o militare "tout court", avrebbe un innegabile vantaggio tattico. Sul piano strategico resta da investigare l'atteggiamento degli Stati Uniti - essendo la Grecia uno dei membri della NATO - e dell'intelligence tedesca, così scopertamente attiva nelle ultime vicende ucraine. Bisognerebbe anche interpretare - ammesso che ce ne sarà bisogno - l'atteggiamento della Russia. Insomma, la Grecia, così prossima ai Balcani, è già sul crinale del conflitto, in gran parte sotterraneo e, in minor misura, alla luce del sole, fra interessi inconciliabili e ne accompagnerà gli sviluppi, più o meno direttamente controllata, comunque vadano le cose. L'ingiunzione tedesca alla Grecia ricorda quella dell'Austria alla Serbia. Oggi si combatte - per ora - direttamente con fasci di euro.

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