venerdì 24 luglio 2015

Italia paesana.

A Ventimiglia, ignorati dai media, alcune decine di migranti soggiornano sugli scogli. In Francia non li vogliono, al confine italiano ci sono arrivati e non indietreggiano. Dove potrebbero andare, del resto? Ritornare a pagamento e perigliosamente al punto d'imbarco non risoverebbe il problema delle coincidenze per le diverse nazionalità. Qualche mamma partorirà sul suolo italiano; un percorso a ritroso è inimmaginabile. Così sostano senza meta e senza prospettive sugli scogli, ma, con la cattiva stagione, non potranno rimanervi e gli immobili isolati destano comunque la rivolta del circondario se si ha notizia di qualche insediamento. Che fa l'Italia? Fa come loro: niente. Aspetta passivamente ignorando la situazione e reprimendo all'occasione i moti e gli eventuali contro-moti sul campo. Due ragazzi albanesi hanno sgozzato un coetaneo italiano, dopo averlo legato ad una croce. Che si sia trattato di un simbolismo sacrificale, anzi espiatorio, è indubbio: resta da stabilire se i musulmani atei ( un'anomalia islamica ) dell'Albania abbiamo voluto richiamare la caratteristica cristiana della loro vittima o se, a prescindere, si sia trattato delle riaffermazione di un orgoglio primitivo e atavico, per soddisfare il quale la crocifissione con semi-decapitazione ha rappresentato un supporto all'immolazione. Per quale motivo hanno ucciso il loro compagno di merende? Per gelosia, hanno frettolosamente sentenziato le gazzette. La gelosia c'è entrata sicuramente, ma, dalle prime affermazioni dei due aguzzini, dei quali uno solidale con l'offeso, si può evincere uno scenario non così semplificatorio. La vittima non avrebbe solo rivolto attenzioni alla ragazza di uno dei due ( probabilemnte era per questo che li frequentava ) ma se la sarebbe anche "ciulata" suscitando il proposito di "vendetta, tremenda vendetta" del cornutuccio e del suo connazionale. Adesso si beccheranno l'ergastolo - come gli compete - per vendicare l'onore ( ragazzi come sono ) violato da una puttanella che nell'italiano aveva visto un simbolo radioso di generosità e benessere, come capita nei luoghi più ameni dei giri turistici scoperecci, in giro per il mondo. Oggi, ai funerali, il padre dell'assassino chiedeva perdono - non ho capito se lo ha fatto anche suo figlio - per cercare di mitigare la sentenza che deve essere fredda e radicale come la personalità dei sue cavernicoli assassini, mentre i compagni di scuola, di quartiere e di paese "celebravano" le qualità "di una persona incommensurabile, come non ce ne sono e non ce ne saranno più". Sagra paesana della ripetizione retorica, applicata ad un diciassettenne in crisi ormonale che aveva trovato una sciacquetta albanese da fottersi, sostituendola alla sua disperazione onanistica. Ma, piccolo borghese, non aveva fatto i conti con l'orgoglio virile di altri due coetanei, ambedue, come lui, in fregola, del Paese delle aquile. Un'altra storia di paese, degna di Piero Chiara, lo scrittore che fu per alcuni anni magistrato nell'alta Lombardia e che così bene descrisse nei suoi romanzi, è quella dei coniugi Bossetti e di Chiara Gambirasio. Il Bossetti, che andava in giro a violentare le bambine e che si beccherà, come i due albanesi, l'ergastolo, veniva tradito dalla moglie, una naturona plebea con le prime smagliature e, a volte, l'espressione di un travestito. Ai giudici aveva detto, dopo che avevano identificato nell'hard disk del suo computer, alcuni film pornografici, che era solito vederli in compagnia della moglie, che aveva confermato la cinefilia comune. Anzi, avrebbero passato quasi tutte le sere insieme e il tempo libero dal lavoro. Invece, il Bossetti, invece di lavorare o fra un "ciappino" e l'altro, faceva con il suo furgone, la posta alla povera Chiara Gambirasio, mentre, nel frattempo, la moglie se la faceva con alcuni - almeno due - ganzi del paese. Scopertolo, il Bossetti detenuto, dava craniate nel muro: tante complicazioni per lui e tanta facilità per signora e compaesani. La sua signora, parzialmente consorte, si è rammaricata per la violazione giudiziaria della sua privacy, un po' come fece la mamma di Bossetti quando, all'epoca delle prime investigazioni con il DNA, si scoprì che il figliolo non era figlio del marito. Ma davvero, mamma? No, so ben io che sei figlio di tuo padre. Guardi, signora, che il DNA non è il suo. Non è vero: sbaglia il DNA. Oggi Renzie, al telegiornale, se ne è uscito con un: "se qualcuno attaccherà Israele, l'Italia non consentirà che i suoi fratelli maggiori si trovino in pericolo". Al plagio ruffianesco di Giovanni Paolo II ha aggiunto una rassicurazione che farebbe tremar le vene e i polsi agli Israeliani, se non fossero in grado di far da sé. Quanto alla primazia generazionale e storico-ideologica, il povero Renzie probabilmente non sa - fra le tante altre cose - che furono proprio gli israeliani a far cadere un aereo da trasporto dei carabinieri, impegnati nel lavoro di intelligence, nel veneziano, per far giungere il segnale della loro contrarietà all'appeasement italiano verso i Palestinesi ( eravamo nei primi anni '70 ) e, dieci anni dopo, ad abbatterli direttamente all'aeroporto di Fiumicino, dimettendo in un attimo il loro ruolo apparente di bigliettai al cancello d'imbarco.

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