mercoledì 22 luglio 2015

Ma noi siamo in Europa?

Dunque De Luca in Campania può presiedere la Giunta e governare, in barba ad una chiara legge dello Stato, stravolta giurisprudenzialmente dal Tribunale di Napoli. Nella Sicilia, prossima al default, come la Grecia, hanno montato un caso sulla presunta, mancata reazione del Governatore Crocetta agli apprezzamenti del suo medico personale e primario ospedaliero ( come usa in Sicilia per non essere abbandonati alla mattanza nosocomica dei non raccomandati )riguardo al suo assessore alla sanità, figlia di quel Paolo Borsellino, così lontano politicamente dal Capo della Giunta regionale. Eppure, l'aveva voluta con se, lei aveva accettato, ma lui non l'avrebbe difesa dalle piccate e forse parossistiche e colorate espressioni di un barone della sanità. Crocetta è inviso soprattutto al suo partito ed è stato eletto ad onta del medesimo, ma, nell'uno e nell'altro caso campano, colpisce l'inamovibilità dalle cariche, con qualunque pretesto. Costoro non se ne vanno e poi intentano una guerra giudiziaria ai loro presunti "persecutori", consci come sono della sovrastrutturalità della giurisprudenza, l'uno perché non ne tiene sfacciatamente conto e l'altro più incline a sentirsi perseguitato per la sua dichiarata omosessualità. Codeste sono tutte circostanze fittizie e strumentali, mentre l'unico "valore" che regge la partita è il mantenimento del potere e della sua capacità d'intervento clientelare in due realtà allo stremo per la corruzione e le prebende distribuite senza curarsi delle conseguenze. La situazione, da questo punto di vista, è difficilmente gestibile in Sicilia, perchè è una Regione autonoma, dotata di un suo proprio parlamento, nel quale ci si spartiscono aree d'influenza e tanti, ormai troppi quattrini. Non vale, in quei contesti, il semplice principio per il quale le cariche pubbliche sono ricopribili da chiunque mostri di averne i titoli morali e giudiziali, oltre a quelli elettorali che, ai primi due, anche a prescindere dai contesti malavitosi in cui sono esercitati, vanno necessarianente subordinati, non mancando le candidature degne, se si avrà il coraggio di sfrondare quelle indegne applicando la legge. Invece, per l'ennesima volta e per l'ennesima conferma, la legge è stata riposta nello stipetto sotto il banco tribunizio di fallimentari e criminogene tribune. Crocetta avrebbe meditato il suicidio, ma poi ha deciso di resistere, al suo posto. De Luca si è fatto beffe della legge Severino, non è stato messo in mora dal PD, il suo partito, ha vinto a mani basse le elezioni, ha atteso, insediandosi, la creativamente stravolgente giurisprudenza della Corte d'appello di Napoli, ha nominato la sua Giunta, oggi, si è definitivamente insediato, dopo la "liberatoria" dalla legge del Tribunale di Napoli. Con quale faccia di tolla ci ostiniamo a voler rimanere in Europa? Campania e Sicilia ne fanno parte? E' solo il debito economico la discriminante per l'appartenenza?

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