venerdì 24 luglio 2015

Il beneficio dell'Ucraina.

Oggi, in Ucraina, si è consumata un'improprietà storiografica, del tutto propagandistica. E' stato equiparato, per legge, il comunismo al nazismo che l'Unione sovietica aveva efficacemnte combattuto sul fronte orientale, venendone dapprima aggredita e successivamente, mettendolo in una tenaglia, stretta insieme agli Stati Uniti che avanzavano da ovest. Il presidente, diabetico e cioccolataio, della Repubblica sorella della Russia ( almeno nella sua metà più prossima ai confine ) ha voluto sancire un'inaccettabile contiguità con l'occidente che lo fomenta e lo sostiene, come un dittatore mediorientale qualunque e che lo mollerebbe al primo, possibile manifestarsi di una geopolitica d'area più seria o semplicemente più utile di quella forzosa e strumentale attuale. L'abiura vorrebbe esulare dall'esperienza storica e fondarsi sulla scomunica ideologica, esattamente come ai tempi del comunismo, che è stato sì una dittatura "riduzionisticamente univoca", ma contemplava anche una visione dell'uomo che era invece estranea al nazismo. Con queste premesse e questa piaggeria, neppur richiesta - presumo - la metà dell'Ucraina che si riconosce nel governo "arancione", rimarca, in termini beceri, la sua strumentale soggezione agli Stati Uniti, alla Germania di cui è stata sanguinante avversaria, attraverso un'equiparazione pericolosa per chi ha basato la sua insurrezione sul movimentismo di piazza di nazisti ucraini, eredi delle milizie storiche filo-tedesche, che anche adesso hanno un ruolo non segnalato di presidio interno - soprattutto nella capitale - del fragile regime banderuola, non diverso, per altro, da quello filo-russo, deposto poco più di un anno fa. In tutto questo, quele sia il beneficio attuale e prospettico, dell'Ucraina resta un rebus inestricabile, certamente ignorato da chi muove i fili della sua vicenda recentissima, sia al suo interno, sia da lontano e da meno lontano.

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