venerdì 24 luglio 2015

Se spegono la luce, accenderemo una candela.

I suicidi, ascrivibili o dichiarabili "per motivi economici", sono stati, in Italia, 121 nel primo semestre dell'anno. Non c'è che dire, la crisi è alle spalle. I giornali e gli istituti di rilevazione soprattutto, pur costituendo la fonte della statistica, hanno taciuto, molto più che nel recente passato, su questi fatti. Anche se non sussiste più la censura dittatoriale che imponeva di tacitare gli atti di autolesionismo, ad esempio durante il fascismo, c'è ne è un'altra, suggerita e autoimposta che è volta a nascondere la disperazione e la rinuncia, mentre non ci sono remore a enfatizzare, ogni giorno, la violenza esogena, ascrivibile ad un oppressore sadico, identificato sempre nelle fasce recessive della società e una vittima simbolica del bene e della pace. Sappiamo benissimo che, in realtà, non è così o, almeno, non è sempre così. Il governicchio delle larghe intese, ha varato, dopo numerosi tentativi esperiti dalla destra e dalla sinistra, un testo di legge che punisce con la reclusione fino a quattro anni quei cronisti che raccoglieranno prove vere, carpendole con riprese o registrazioni nascoste all'indagato giornalisticamente che, poi, diventerebbe un indagato giudiziario. Anche se non mancano, in questo paese levantino, le strumentalizzazioni e, addirittura, la creazione ad arte di prove artefatte, la mordacchia all'informazione è sempre da rigettare: bastano le leggi ad equilibrare, eventualmente, le situazioni e la giustizia, ma impedire l'informazione documentata del pubblico, è un atteggiamento dittatoriale. Aveva un bell'agitarsi Berlusconi, quando era sistematicamente messo in piazza dalle gazzette ostili; si agitava a torto, ma si agitava da solo e, pur essendo al governo, trovava nell'opposizione la paladina della libera inchiesta. I suoi dipendenti-parlamentari, che ora lo stanno progressivamente abbandonando, si stracciavano le vesti per lui e invocavano il carcere, per contrappasso, per i giornalisti d'inchiesta. Ora, insieme ed imbelli, destra, affrancatasi da Berlusconi e sinistra, affrancatasi dalla sinistra, hanno trovato la quadra della repressione ipocrita dei loro italici vizi e, sotto traccia, dei loro interessi ed intrallazzi combinati. Legge o non legge, fra l'altro di fragili basamenti, l'impegno deve continuare per assicurare la conoscenza, che non cambia i fatti, ma li illumina.

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