mercoledì 15 luglio 2015

Questa europa a chi serve?

Come si fa a farsi asfaltare dalla prepotenza subito dopo aver ottenuto un ribadimento del mandato elettorale? Sembrano maggiori i timori clientelari e quindi di controllo su una società mediocre che la sbandierata dignità posta alla base della campagna elettorale di Gennaio e del referendum di pochi giorni or sono. Le dimissioni di varoufakis non mi hanno convinto: sembrano, da parte sua, un levantinismo politico, perché se fosse stata una decisione del premier, si sarebbe trattato di un suicidio annunciato, quello che è poi avvenuto. La stessa maggioranza di Syriza si è sfaldata ed è andata in prestito dagli storici partiti greci del malaffare. Manca in tutto questo la volontà esplicita di modificare il costume economico ellenico e sembra che per mantenere il presidio clientelare su una legione di impiegati, si impetrino nuovi debiti e si pignorino i beni dello Stato. In realtà, le privatizzazioni e il recepimento delle norme sui licenziamenti collettivi - che colpiranno esclusivamente i giovani - apre la strada agli investimenti appropriativi e ristrutturatori del capitale straniero, con occidentale preferenza per i soci-aguzzini. Invece la Grecia è un paese del sud-est dell'europa. La sinistra si frantuma in una serie di schegge insignificanti mentre la società si sente, a giusta ragione, tradita. In Italia, i sindacati confederali hanno ritrovato - per un attimo, statene certi - una unitarietà da segreterie e si cimenteranno nel collateralismo sl ministro Padoan per aprire spiragli, con "malus" nel teutonico mondo delle pensioni: 67 anni in Germania, 67 domani in Grecia e in tutti gli altri paesi del club. Perché dovremmo contribuire a nostro danno ad una strategia apparente e perdente? Per fortuna la legge - potrebbe essere altrimenti, sul piano delle sostenibilità? - resta invariata e le pressioni sindaco-aziendali resteranno tali, senza cioè valore costrittivo. Chi - e saranno molti - accederà alla trama meschina - non avrà nessun titolo per lamentarsi. Sarà come essersi acconciati ad un sistema greco senza imposizioni. La dura sanzione comminata alla Grecia, che il ministro delle finanze tedesco continua a considerare inutile, auspicando la Grexit ( sono d'accordo con lui, sul piano delle possibilità contabili ), servirà, nelle intenzioni, a far abortire la democrazia dal basso, come le iniziative dei sindacati italiani in crisi di identità, che aspirerebbero a contrastare il sempre maggior successo di adesioni dei sindacati di base. Il direttorio nord europeo non vuole "Podemos" al governo in Spagna e teme che la Francia e soprattutto l'Italia chiedano la ristrutturazione dei loro ingentissimi e crescenti debiti. In queste condizioni, chi esce prima dalla finestra si condanna all'indigenza disperata di quel povero pensionato greco in lacrime su un marciapiede di Atene. Come si fa a farsi asfaltare dopo aver agitato vessilli di lotta? Certo che da soli si fatica ad immolarsi, soprattutto se si assiste all'assenza ipocrita di un Renzi qualunque. Traditi dagli altri paesi indebitati, diceva ieri Tsipras. Come dargli torto. nella situazione in cui si è cacciato, anche le dimissioni non gli risparmierebbero il dileggio ed il disprezzo e nuove elezioni, ormai è chiaro, avrebbero lo stesso esito di quelle di Gennaio e del referendum di Luglio. Ma questa europa, a chi serve?

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